Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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2.4.13

L'oca e la capra della collina

Era la domenica sera il momento che Cloè adorava. In quella serata, tutta la famiglia si riuniva nella grande casa sulla collina, dalla nonna. Si partiva nel tardo pomeriggio, in quelle prime lunghe giornate di aprile, con il sole che, ormai stanco dopo una giornata a risplendere, salutava la città e i suoi boschi ancora umidi nel loro fitto fogliame. Cloè osservava i rossi e gli arancioni di quei pomeriggi e li riportava in grandi macchie colorate sul sul quadernetto rivestito in pelle, un regalo della nonna, anch'essa amante della pittura e del disegno.
Ogni domenica sera, si preparava una grande e festosa cena, a cui tutti contribuivano con un piatto gustoso, nuovo, ma anche legato ai sapori di quella terra così ricca. Cloè aspettava però il momento del dopo cena, dopo il dolce, dopo il caffè e persino dopo i sigari dei grandi. Solo a quel punto la nonna sedeva sulla grande poltrona imbottita, davanti al camino e solo allora, togliendo lentamente gli occhiali, raccontava una delle sue splendide storie...
Su quale collina abitano i nostri amici?
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C'era una volta, nel campo in fondo alla strada della collina, un fattore che possedeva un piccolo pollaio, un cavallo, due cani, una capra e un'oca. Il fattore ogni giorno lavorava il suo campo e accudiva le sue bestie, senza chiedersi il perché o il per come, ma semplicemente sudando sette camicie e guadagnado così il pane per sè e per la sua famiglia. Ogni giorno, di ogni settimana, di ogni mese, di ogni anno. Non c'era riposo, se non la domenica mattina quando, vestito della festa, il fattore accompagnato dalla sua famiglia raggiungeva il villaggio per la messa prima.
In realtà, il piccolo mondo del campo in fondo alla strada della collina era molto più complesso di quanto immaginasse il suo proprietario. Il fattore non sapeva e non poteva sapere tante cose dei suoi animali. Le galline, benchè piuttosto ottuse e poco brillanti, la facevano da padrone, se non altro perché maggiori di numero. Il cavallo, bonario e gran lavoratore, non faceva altro che asserire, per evitare discussioni e problemi. I due cani  bighellonavano qua e là, senza occuparsi della gestione o dei diritti propri e dei loro compagni di campo. Infine, c'erano la capra e l'oca, gli individui più strani e più sfuggenti di tutta la fattoria. Persino la moglie del fattore risultava essere meno complicata di quei due. La capra aveva un caratteraccio burbero e chiuso, tanto da mal sopportare la compagnia degli altri. L'oca era indecisa, combattuta fra quella parentela labile che sembrava legarla alle galline e i suoi principi, che cozzavano con le idee senza capo né coda delle lontane cugine. I due non si piacevano e cercavano di evitarsi, rispettando un reciproco e condiviso silenzio.
Successe un giorno che il fattore, senza nemmeno volerlo, cambiò inesorabilmente le sorti di quei due. Quel giorno, il fattore si presentò di buon ora alla fattoria, con un lungo tubo in plastica e un misterioso e profumato sacco, che attirò tutte le galline e, in maniera meno evidente e chiassosa, anche l'oca. La capra osservava da lontano. Il fattore si sedette e scrollando il sacco per agitare ancor più le sue fameliche amiche, ottenne ciò che voleva: l'oca lo avvicinò abbastanza da poterla afferrare per il collo. La capra ebbe un sussulto. L'oca prese a dimenarsi, starnazzando all'impazzata fra la fuga generale di tutte le galline e l'abbaiar dei cani. Preso il tubo, il fattore cercò a più riprese di infilare quest'ultimo nel becco dell'oca. Impresa ardua, visti i convulsi movimenti dell'oca spaventata. La capra raspava a terra. Il fattore non si dava per vinto e continuava con i suoi tentativi: portare a termine quel compito gli avrebbe garantito il doppio dei guadagni che l'oca gli avrebbe dato con le sole sue carni. Infine, il tubo passò il becco e si conficcò nel lungo collo dell'oca, facendole assunmere un'innaturale postura rigida e soffocante. Gli occhi dell'oca arrossati per lo sforzo incontrarono quelli della capra. Questa non perse un attimo e caricando si scagliò sul fattore, facendo ruzzolare via il suo seggiolino e provocandogli un forte dolore al fondoschiena, dove andò a conficcare le sue piccole corna aguzze. Alzandosi, il fattore estrasse involontariamente il tubo dalla gola dell'oca, permettendo a quest'ultima di fuggire lontano, accompagnata dalla sua nuova compagna di avventura, la capra. Il fattore cercò in vano di raggiungerle, ma dolorante com'era non poteva certo credere di prenderle.
Le due compagne corsero e corsero, fino a incrociare sul loro cammino di fuga e salvezza una bimba con le trecce che non esitò ad aprire il cancello del suo giardino, facendo entrare le due bestiole. Da allora, capra e oca non si lasciarono mai più: non c'era angolo del giardino della bimba con le trecce in cui non apparissero insieme, una al fianco dell'altra. In un apparente silenzio, se ne stavano per ore a crogiolarsi al sole o a rinfrescarsi nelle lunghe e tiepide notti d'estate. Se sarete fortunati, anche a voi capiterà di vederle.... basta salire sulla collina più vecchia della città*....




* - La mia città è Bergamo e fra i suoi colli, uno è conosciuto per la sua vecchiaia :) Proprio lì potrà capitarvi di trovare le due bestie di questa storia.

Pronti per una nuova storia?



E' PrIMaVERa! 
Ci siamo lasciati le uova e ormai anche le vacanze alle spalle, così domani ritorniamo con una nuova storia! 
Ci saranno due protagonisti molto singolari :) 
Nessuna anticipazione! 
Per ora, buon ultimo giorno di vacanza.... godetevelo e fate qualcosa di speciale:

- cacciare farfalle
- saltellare nelle pozzanghere con gli stivali da pioggia
- fare una squisita torta con le uova di cioccolata
- costruire una casetta per i pipistrelli
- fare una lunga corsa a perdifiato
- visitare un luogo speciale, come una misteriosa grotta
- preparare il terreno per il vostro orticello


A domani!