Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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21.5.11

La sorella ciabattina

C'era una volta una ciabatta gialla di lana cotta, con un fiore ricamato sopra. La ciabatta gialla di lana cotta, con un fiore ricamato sopra era molto infelice perché tutte le sue amiche avevano un fratellino gemello, con cui giocare, fare i compiti e andare a nanna, raccontandosi le storie di paura nel buio della notte, ma lei non aveva nessuno.
La ciabatta gialla di lana cotta, con un fiore ricamato sopra ricordava che quando era piccina e ancora dentro la carta velina leggera della sua scatola c'era qualcuno con lei avvolto nella carta sottile, ma era passato troppo tempo e non poteva ricordare niente di più, se non una sagoma oltre lo strato di carta velina.
Un bel giorno, la ciabatta gialla di lana cotta, con un fiore ricamato sopra scoprì un nuovo armadio pieno di tantissimi amici: ciabattine, pantofoline, scarpette di vernice, scarponcini e stivaletti in gomma. Cercando di giocare con qualcuno, otteneva sempre la stessa risposta:
- Abbiamo già una sorellina con cui giocare, perché tu non ce l'hai?
La ciabatta gialla in lana cotta con un fiore ricamato sopra era molto triste, il suo fratellino l'aveva abbandonanta, perché nessuno fra tutti quei compagni le somigliava almeno un pochino! Ad un tratto, guardando due calzature strane, ne vide una terza giocare con loro... Avvicinandosi, la ciabatta gialla in lana cotta, con un fiore ricamato sopra, scoprì che si trattava di due Geta, i tipici zoccoli del Giappone, due fratellini così identici da non distinguere Destro da Sinistro. I due Geta giocavano con una piccola ciabatta amaranto in lana cotta, con un'ape ricamata sopra... ma era la sorellina della ciabatta gialla in lana cotta, con un fiore ricamato sopra!! La piccola ciabatta amaranto con un'ape ricamata sopra sorrise alla sorellina e si abbracciarono forte, forte, felici per essersi ritrovate.
Parlottando, le due sorelline capirono che si erano perse a causa del loro padroncino che, ricevendole in dono, non le aveva volute, perchè troppo diverse e abbandonandole in angoli diversi della casa. Ma dopo qualche tempo, la mamma aveva fatto ordine, mettendo via le scarpine scappate del suo bambino, facendo la felicità delle due ciabattine in lana cotta colorata.

15.5.11

Meteo e il Lunalabo

Meteo nel Lunalabo - viaggio di andata
C'era una volta un laboratorio di un grandioso e pazzo scienziato, che da tempo aveva deciso di vivere sulla Luna. Lo scienziato amava la notte e tutto quello che di notte accadeva e adorava persino il silenzio di quelle ore buie e scure. Trascorreva intere nottate a osservare le stelle ed era innamorato dell'astro che di notte risplendeva nel cielo stellato: la Luna. Così, una bella notte d'estate, decise di progettare un razzo, dotato di ogni comodità e trasferirsi sulla Luna, dove la notte era assicurata, così da non doversi più rinchiudere nel suo polveroso e sgangherato scantinato, durante le ore di luce.
Il viaggio fu un po' tormentato. Innanzitutto, il suo gatto-leopardo soffriva il mal-di-razzo perciò seguitò a lamentarsi per il senso di nausea, il mal di testa e i capogiri. Inoltre, le turbolenze fra uno strato gassoso e l'altro provocavano una considerevole vibrazione, per non dire insistenti scossoni in tutto il razzo. Lo scienziato, dal canto suo, passò il viaggio tranquillo, ascoltando in cuffia l'ultimo album di lirica comprato su i-Tunes, seguito da uno di hip-hop, scaricato fra le novità in omaggio. Meteo, il gatto-leopardo dello scienziato, tentò in tutti i modi di attirare l'attenzione del suo padrone, ma proprio non riuscì a distorglielo dalle sue scartoffie. Dapprima si mise in disparte, lamentandosi e lagnandosi, minacciando di gettarsi dall'oblò del razzo, per sguggire a quel malessere continuo e implacabile. Niente. Poi, decise di avvicinarlo con le sue fusa invitanti e il suo strofinarsi leggero, facendogli sentire la setosa morbidezza del suo pelo. Niente. Infine, miagolò e giocherellò, saltò sulle sue carte e sui suoi strumenti, sulla tastiera del computer e sui comandi di emergenza (appositamente tarati per non scattare alla pressione del peso del gatto). Niente. Anzi, l'unico gesto fu prendere il gatto e posarlo a terra, per liberare le carte e continuare a studiare e scribacchiare appunti in matita, a ritmo di hip-hop.
Notoriamente, un laboratorio scientifico è un luogo pulito, ordinato e organizzato. Il laboratorio del vecchio scienziato e di Meteo non rispecchiava in alcun modo questo ideale di luogo asettico e altamente hi-tech.
Prima di tutto, questo laboratorio si trovava in luogo inusuale e quantomeno inaspettato: la Luna. E' vero, l'uomo calpestò il suolo lunare nei mitici anni '60 del secolo breve, ma l'umanità non per questo si è trasferita sul satellite con baracca e burattini... no? Pertanto, Meteo e il suo padrone erano indubbiamente un po' eccentrici...
In secondo luogo, questo laboratorio era del tutto particolare a causa del suo proprietario, un vecchio scienziato pazzo, da secoli impegnato in un'impresa epica: la trasfoemulasintesi umana. -.- Fortunatamente, con lui viveva anche il suo fidato gatto bengala, Meteo appunto, così intelligente da possedere il dono della parola e ormai spazientito dalle bizzarrie del suo padrone umanoide. Il gatto aveva imparato ad accettarlo e tutto il suo sconforto si limitava a un piccolo sospiro, guardando fuori dall'oblò del loro Lunalabo, il laboratorio lunare del vecchio scienziato pazzo. Anche Meteo aveva i suoi difettucci, però. La sua rara bellezza lo aveva reso molto egocentrico e viziato, perciò quando troppi ammassi di cirrocumuli si adagiavano attorno al Lunalabo, Meteo diveniva tremendamente lagnoso e vittimista. Restava un compagno indispensabile e brillante per il vecchio scienziato.
Infine, Lunalabo era vivo. Insomma, aveva straordinarie capacità di movimento, poteva commentare le ipostesi del suo ideatore, rispondere alle battute sarcastiche del buon vecchio gatto bengala e di stare ore e ore su Facebook, bighellonando e spiando vecchie conoscenze terrestri: forni a microonde, autolavaggi meccanici e sistemi di produzione complicatissimi e per questo con una tremenda puzza sotto il naso!!
La piccola comunità scientifica trascorreva le giornate in modo ripetitivo e noioso. La mattina il primo a svegliarsi era Lunalabo. Dopo essersi stiracchiato e sgranchito le zampe metalliche snodabili, si occupava di preparare la colazione: macinato di quaglia intera per Meteo, un uovo crudo e un bicchiere di latte per il vecchio scienziato. Lunalabo si accontentava di qualche sasso KREEP trovato in giro. Dopo aver fatto colazione, il vecchio scienziato iniziava la sua giornata di studio ed esperimenti, osservato e aiutato dal suo assistente, Meteo. Una pausa alle 12.37 terrestri, per cibarsi di scatolame proteico e rimettersi al lavoro dopo esattamente 14 minuti e 16 secondi, Meteo l'aveva cronometrato e il tempo per il pranzo era sempre lo stesso. Lunalabo si occupava anche della cena e qualche volta, dopo aver ingoiato qualche altra dozzina di cibo in scatola, lui e Meteo si concedevano una piccola sfida, all'insaputa dello scienziato. Avevano tentato di riprodurre il gioco del ferro di cavallo, con gli scarti metallici dello scienziato, ma l'assenza di gravità non rendeva il gioco divertente. Così, dopo aver scoperto che l'ultima macchina per la trasfoemulasintesi umana  era un vero e proprio fallimento, ma che era utilissima come fucile di precisione, i due manigoldi se la spassavano facendo a gara nel colpire più stelle in un minuto! Vinceva sempre Meteo, ovviamente.
Un giorno, mentre era già trascorsa l'ora di pranzo, Meteo dormiva nella cabina senza gravità, che normalmente era utilizzata come palestra prima delle escursioni all'aperto, Lunalabo stava chattando su Facebook e lo scienziato lavorava initerrottamente da ormai due ore alla sua ultima versione della macchina per la trasfoemulasintesi umana. Ad un tratta un rombo assordante sconquassò la tranquillità di quel pomeriggio: BOOOOOoooOOOOOOooooOOOOOM! Che cos'era successo? Ogni lucina del Lunalabo era accesa e lampeggiava impazzita, Meteo correva a destra e a sinistra controllando gli strumenti, il vecchio scienziato, con la faccia ancora sporca di nero per l'esplosione, buttava i suoi appunti nell'aria, alla ricerca dell'errore. Un caos! In aggiunta, dopo qualche minuto di trambusto, la guarnizione posta fra la cabina palestra e il resto del Lunalabo, schizzò via, eliminando ogni gravità da tutto il caos del Lunalabo. Lo scienziato galleggiava da una parte all'altra, nuotando a rana e Meteo aveva le zampe tutte irrigidite e allargate per cercare disperatamente un appiglio a cui aggrapparsi. La situazione stava diventando ingestibile, anche perché ad un tratto, Meteo si rese conto che quello che nuotava a rana non era più il suo padrone, ma un grosso ranocchio verdastro...!! Non appena lo scienziato riacchiapò i suoi occhiali, vedendo la sua man, ehm, zampa verde, gridò vittorioso e pieno di gioia:
- Ce l'ho fatta!! Ce l'ho fattaaaaa!! Meteoooo!!! Ce l'ho fatta!!!
Era necessario rientrare sulla Terra. Siccome lo scienziato ranocchio non era in condizioni di guidare, così ebbro di felicità, Meteo prese i comandi, o ciò che ne rimaneva e fece rotta sulla Terra.
Ora, visti i considerevoli danni, il povero gatto fece del suo meglio per l'atterraggio, ma gli fu proprio impossibile evitare il 37 di via Delle Formiche, cioè casa mia.  Il Lunalabo è ancora infilzato nel mio tetto e penso che ci vorrà ancora un bel po' prima che verrà tolto, anche perchè la mamma che si era infuriata come una matta, si è molto calmata... in effetti credo si sia presa una cotta per il prof. Salleg, ovviamente dopo che lui ha riottenuto le sue sembianze umane! Anche lui non è da meno, benchè sia molto impegnato a riparare la sua macchina che presenterà all'Expò del 2015. Ha addirittura imparato l'italiano, o meglio Meteo gli ha fatto un corso accelerato e ora scrive bigliettini amorosi che svolazzano fino alla galleria d'arte di mamma... puah!
Ad ogni modo, per me va benissimo, il Lunalabo adora giocare con me a Barbie e Meteo mi risolve le equazioni, che gli giovano moltissimo nei suoi periodi di esaurimento nervoso. E poi nessuno dei miei compagni, anche quelli che hanno le case più belle, ha un razzo spaziale conficatto nella propria soffitta!

7.5.11

GRAZIE!

Buon Sabato a tutti!
Io e Lord Byron vorremmo ringraziare il nostro piccolo gruppo di mangia-storie! Il numero di visite continua crescere in modo costante e questo ci rende molto felici.
Per la prossima settimana, abbiamo pensato di portarvi nello spazio, perché c'è un nostro amico che ha deciso di andarci a vivere, così abbiamo pensato di raccontarvi la sua storia!