Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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9.12.11

Vi racconto l'Albero di Natale

Ci sono tante storie che ci raccontano come nascono le belle tradizioni del Natale. Io ho inventato questa per spiegarvi come è nata la tradizione dell'Albero di Natale, un protagonista indiscusso delle nostre feste.

Tanto tempo fa nella Valle Verde, una terra piena di boschi e foreste, viveva un giovane e robusto alberello. Le montagne alte e maestose proteggevano con le loro rocce i prati e le foreste della valle, il fiume nutriva tutte le piante, i fiori e gli animali del bosco e la pace regnava indiscussa. Il re della valle era un omino alto poco più di un tavolo, panzuto e con una buffa faccia paonazza. Si occupava di mantenere la pace, gestendo le risorse del bosco con intelligenza, aiutato dal suo fedele braccio destro, un fenicottero rosa intelligentissimo giunto da una terra lontana in cerca di fortuna. Il fenicottero rosa era esperto in bilanci di boschi ed era in grado di fare a mente somme con mille e più addendi. La sua piccola mente era stata allenata fin da cucciolo ai numeri e ai loro segreti. Per lui la matematica era come facile sudoku con le soluzioni. Nel palazzo reale viveva anche Csaba, la figlia del piccolo re cicciottello. Csaba era una bambina dolce, gentile e bellissima. Purtroppo, la sua mamma, che era una cantante dalla voce melodiosa, aveva da poco deciso di ricorrere i suoi sogni, partendo per un lungo viaggio in cerca di fama e fortuna e nessuno sapeva se sarebbe mai tornata. Csaba viveva quindi sola nel grande castello al centro della verde vallata. Il babbo era troppo impegnato a regnare e a far quadrare i conti con il fenicottero rosa e Csaba era spesso sola, all'interno della sua cameretta, in cima alla torre più alta, nell'ala est del grande castello. Le cameriere adoravano stare con lei, perchè era una bimba davvero adorabile. La buona condotta dei regnanti aveva permesso alla terra della Valle Verde di vivere in armonia, ma il piccolo re cicciottello aveva un grande e scuro timore nel cuore: la partenza della sua mogliettina avrebbe causato qualche problema alla sua terra? E Csaba sarebbe cresciuta in grazia e bontà?

Alle spalle delle grandi e possenti montagne della Valle Verde, abbarbicata fra la polvere e le rocce, si trovava Malasorte, la terra della strega del vento. La strega del vento era malvagia, meschina, piena di invidia e rancore. La sua cattiveria e l'oscurità dei suoi sentimenti si riflettevano nella sua persona rendendola brutta, anzi, orrenda! Sorella della mamma canterina di Csaba, aveva sempre provato gelosia per la bella e talentuosa sorella e da tempo covava la sua vendetta. I suoi poteri erano molto grandi e il vento era in suo possesso, permettendole di sapere ogni cosa, anche sussurrata, nella Verde Vallata. Quando il vento le portò la notizia della partenza di sua sorella, una risata gracchiante invase la notte della Valle Verde, fino a far sussultare nel sonno il povero re cicciottello. La strega del vento cominciò a lavorare al suo progetto malefico e chiamò in suo aiuto Tempesta di Neve, una strega sua compare e i due terribili gemelli Ghiaccio e Neve. Insieme, avrebbero creato la peggiore bufera di neve e freddo di tutti i tempi, gettando la valle in un deserto bianco, isolato da tutto e da tutti. Il piano era diabolico.

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Intanto al castello, il fenicottero rosa ragionava nella sua stanza. Anche di notte, il mago dei numeri restava alzato a lungo per calcolare, sommare, dividere e moltiplicare. Mentre era intento a pensare ai suoi numeri, il marchingegno da lui inventato per misurare la temperatura (senza margine di errore!) si mise a sbuffare, segnalando uno sbalzo improvviso. Avvicinandosi e inforcando gli occhiali tondi, il fenicottero notò un drastico abbassamento di temperatura, un evento strano e inspiegabile. Scrutanto il cielo, vide le nubi raggrumarsi sopra la Valle Verde, formando una spessa cappa scura. Che stava succedendo? In quel momento qualcuno spalancò il vecchio portone della sua stanza. Era il paffuto re, che rosso per la corsa e privo di fiato, riuscì soltanto a sussurrare "Csaba, sparita!". Il castello si accese nel buio della notte. La piccola e dolce principessina era sparita. Nessuno l'aveva vista uscire, nessuno l'aveva vista nelle sale del castello e nessuno sapeva dire con certezza a che ora si fosse ritirata nelle sue stanze, in cima alla torre. Il re dispose una pattuglia a controllo delle porte reali e ne inviò una decina in perlustrazione dei boschi. Il fenicottero rosa spiegò del calo improvviso di temperatura, così strano anche in quella stagione invernale e avanzò l'ipotesi che la strega del vento potesse essere coinvolta in quella faccenda. Infatti, in poco più di un'ora dalla scomparsa di Csaba, un potente vento si abbattè sulle mura, sugli uomini del re e sugli alberi del bosco, piegati e provati dalla forza di quella tormenta ghiacciata. Dov'era Csaba? In quel freddo non avrebbe potuto sopravvivere sola nella foresta. Quando il re vide come si stava mettendo il tempo, scoppiò in un pianto amaro, urlando il suo dolore all'oscurità della notte. Il fenicottero, suo fedele alleato, prese in mano la situazione e spiegate le sue ali, partì nella tormenta, sfidando freddo e buio. La sua bontà d'animo lo guidò nel gelo, proteggendo il suo esile corpicino con una bolla di tepore e luce. Grazie a questa magia, il fenicottero scrutò ogni angolo del bosco, fino a una minuscola radura, dove vide lei, la piccola Csaba. Atterrò fermo sull'erba bagnata dalla rugiada e realizzò che in quel punto del bosco, la tormenta non era arrivata. Era come se uno scudo proteggesse quel piccolo praticello dall'inferno creato dalla strega del vento. Csaba era tranquilla, seduta in mezzo al prato, china su un piccolo alberello. Interrogata dal fenicottero, Csaba raccontò che una voce melodiosa aveva interrotto il suo sonno tormentato e l'aveva guidata sino a quel luogo tranquillo, dove aveva trovato l'albero. Il fenicottero ricordò in quel momento, la sua mente comrpese e un sorriso comparve sul suo becco nero. L'alberello era stato piantato dopo la partenza della madre di Csaba, per curare il dolore del re e permettergli di avere un ricordo perenne della dolcezza e della bontà della moglie. Fu scelto un punto del bosco riparato, in cui tanti anni prima i nonni materni di Csaba e della strega del vento avevano incoronato la piccola Luni, principessa del bosco, provocando l'ira implacabile della sorella. Il fenicottero, facendo credere alla bimba di fare un bel gioco, la invitò a raccogliere bacche, pigne e qualche manciata di neve per addobbare l'alberello e le chiese di cantare una bella canzone felice. Csaba sorrise e prese a fare come le era stato chiesto. Ad ogni tocco dei piccoli rami, una luce illuminava tutta la radura, salendo fino alle nubi compatte. Piano, piano la cappa di nubi si diradò, placando la bufera anche nel resto del bosco. L'alberello, intanto, cresceva, si irrobustiva e Csaba lo guardava a bocca spalancata. Ad un tratto, la voce melodiosa si diffuse in tutta la foresta, raggiungendo le sale del castello e persino Malasorte. Come tanti cristalli, il grigiore della tormenta si ruppe, frantumandosi in mille e più pezzi di luce e ghiaccio, rischiarando tutta la notte. L'amore della regina e il buon cuore della piccola principessa avevano distrutto il rancore della strega del vento. L'alberello si illuminò e la voce melodiosa parlò a Csaba. Era Luni, la sua mamma che le raccontò il segreto che la imprigionava. Luni non aveva abbandonato la sua famiglia, ma era stata rapita e imprigionata per mano della sorella invidiosa e crudele. Nel giorno in cui il re piantò l'alberello, la strega del vento rinchiuse la sorella buona nel fusto di quella stessa piantina. Soltanto la sua bellissima voce era libera di correre nel bosco.


Era il 25 di Dicembre. Da allora, ogni anno Csaba corre nel bosco la notte di Natale per addobbare il suo bellissimo albero, cantando con la sua mamma le dolci melodie delle feste.

8.12.11

Vi racconto la Santa Lucia...

Cari bambini, tempo di neve e festoni, tempo di Dicembre... tempo di regali!
In ogni città si aspetta la notte in cui passerà il Santo, il Babbo o la Befanina a portare dolcetti, giochi, vestitini e tanto ancora....
Forse avrete già scritto la vostra letterina e qualcuno l'avrà già consegnata, affidando i suoi desideri alla magia di queste notti gelate! Ma avete mai pensato a chi i doni li deve consegnare?? Avete mai pensato quante cose da fare ci sono? E come faranno a non dimenticarsi mai niente?
Dalle mie parti, la più indaffarata di tutti è sicuramente Santa Lucia! La notte fra il 12 e il 13 Dicembre passerà di casa in casa consegnando pacchetti, sacchetti, giocattoli e dolciumi. Vediamo come si sta preparando a questa grande festa....


Sono già stressato. Voi bambini aspettate Santa Lucia tutto l'anno, molti di voi non appena escono i cataloghi con tutti i regali, li studiate con attenzione per scegliere il vostro preferito, ma pochi di voi immaginano che lavoro ci sia dietro. Ma cominciamo con ordine. Mi avete conosciuto poco fa, nel freddo di questo pomeriggio, io sono L'Asino e non uno dei tanti, io sono L'Asino di Santa Lucia. I miei antenati fanno a capo al più grande asino di tutti i tempi, un esemplare maestoso, testardo e cocciuto come pochi, ma magnifico nel grigio del suo mantello ruvido e ispido... l'asino più famoso di qualsiasi cane o gatto prodigio, animale indiscusso della scena più importante di tutta la storia. Insomma avete capito? Ma è ovvio, l'asinello che riscaldò Gesù Bambino! Con lui c'era anche un altro animale, ma quello non se lo ricorda mai nessuno.
Comunque, fatte le dovute presentazioni, torniamo a noi. Sono stanco morto, il dottore mi ha detto che dovrei andare in ferie e invece mi aspetta ancora una settimana di fuoco: in giro per le piazze a firmare autografi, ad ascoltare i pensieri di voi bambini per capire se la Santa Lucia non ha confuso qualche regalo, invitato ai programmi tv per parlare dell'arrivo delle Feste, insomma, un'agenda fitta di impegni. Senza contare tutta la preparazione che viene prima.
Il lavoro inizia tanti mesi prima, quando si comincia con le uscite notturne, in cui si ascoltano i sogni di voi bambini: prendiamo appunti, facciamo ordine nei vostri pensieri e cominciamo a scrivere i vostri desideri. Il taccuino di Santa Lucia è un quaderno che non finisce mai, le sue pagine bianche e luminose conservano le idee per i vostri regali, i pensieri buoni che sperate per i vostri amici e per la vostra famiglia, insomma, tutto quello che vi rende felici. Ovviamente sono io che prendo appunti. Santa Lucia è troppo smemorata e pasticciona, lei si occupa di capire, di raccogliere i vostri desideri e a me spetta solo il lavoro pesante. Ho dovuto persino imparare a scrivere. IO, un asino! Purtroppo però, molti di voi sono indecisi, quindi serve più tempo per capire che cosa vorreste ricevere. A questo ci pensano i folletti, per fortuna. I folletti sono abili grafici, quindi impostano tutte le pubblicità dei negozi di giocattoli per convincere gli indecisi dell'ultimo minuto. Grazie al cielo, sempre i folletti pensano a recuperare tutti i giocattoli e archiviarli ordinatamente nel magazzino di Santa Lucia, ce n'è uno in ogni paese di consegna. Volete sapere dove si trova quello del vostro paese? Beh, adesso siete un po' troppo curiosi!
Infine, dopo tutti i preparativi, arriva la notte tanto attesa. Nonostante la fatica del carico (Santa Lucia racconta che i regali non pesano, ma solo perché non li porta lei!) mi piace sembre uscire con il carretto dei regali. Ormai si è evoluto in un efficiente carrello semi-motorizzato, con tanto di rullo per il carico, come quello dei fienili per intenderci... mmmm, che bontà il fieno!! E per l'appunto, l'uscita per le consegne dei regali significa fieno a volontà, carotine croccanti, acqua fresca e tante altre bontà che voi bambini preparate con cura! E' bello entrare nelle vostre case e trovare una candelina accesa, il caffè per Santa Lucia (che altrimenti si addormenterebbe dopo la prima casa!) o i biscottini... mmm! Purtroppo a volte tutto queso mangiare mi provoca alcuni bisognini... e non riesco a trattenermi! Perdonatemi care mamme se troverete alcuni ricordini... sappiate che sono santi quanto quelli dei vostri bambini!
Beh, che dirvi di più? In effetti c'è ancora una cosa che vorrei dirvi: ricordate di essere ubbidienti, pazienti e generosi, mancano ancora pochi giorni alla notte di Santa Lucia e noi aiutanti siamo tutti in giro a controllare che siate buoni, altrimenti, tutti i vostri giochi si tramuteranno in brutto e inutile carbone!

Ps- Se quest'anno volete aggiungere dei cereali con latte tiepido, gradirò certamente!

7.12.11

Notizie dalla Casa di Vetro

Buongiorno di sole gelato a tutti!
Questo mese di Dicembre è davvero pazzerello: niente neve e sole giallo e smagliante! E' strano pensare al clima natalizio quando il tempo non si comporta come ci aspetteremmo!

Allora, come anticipato tempo fa, i pomeriggi di lettura fiabe stanno arrivando!
Domani pomeriggio, tutti i bambini sono invitati alla lettura della prima fiaba della Casa di Vetro (che ovviamente verrà pubblicata qui in anteprima!) volete sapere dove? Beh, diciamo che se non saremo nella Casa di Vetro, saremo nella Sala di Vetro!

h 15.30 L'asinello di Santa Lucia incontrerà tutti i bambini per un giretto sulla sua groppa e una manciata di fieno come premio!

h 16.00 Merenda tutti insieme, ringraziando Sapore di Pane

h 16.15 Pomeriggio di Fiaba: lettura animata di fiabe sul tema del Natale e delle Feste Natalizie

Tanti sorprese vi aspettano, ci troverete presso la Sala Olos in via de Medici a San Pellegrino Terme -Bergamo-

23.11.11

La Clinica per Pelosi del dottor Beaver

Un sole giallo e caldo illuminava la facciata arancione della bella villa. L'erba del prato era stata tagliata da poco e un buon profumo riempiva l'aria fredda d'autunno. Sarebbe stata una bellissima giornata per giocare al parco, rincorrendo qualche uccellino in cerca di provviste o solo per una passeggiata, c'era un ma...

"Una vocina squillante ci accolse, appena varcata la soglia. Era una dottoressa e portava un camice verde bosco, con una cuffietta, da cui spuntavano due piccole orecchie tonde. Ci disse che avremmo dovuto aspettare qualche minuto e si girò sui tacchi, mostrando una folta e curatissima codona bicolore. (Per fortuna non era spaventata, ghghgh! aggiunse Muffin sotto i baffi) Ma non era il momento di scherzare. La sala d'attesa era tappezzata di poster sulla corretta alimentazione, sull'importanza di una vita attiva, sul rispetto del bosco e delle sue creature... tutte cose che mi avrebbero appassionata e interessata, ma la mia testa era troppo piena di pensieri in quel momento e per lo più ero sola. Papà Manitoba era via per lavoro, già da qualche giorno e purtroppo non era con me a sostenermi in quella prova così dura... Macaron è il mio piccolino. C'era anche un distributore di croccantini a vari gusti e i piccoli si agitavano già da un po' attorno alle lucine colorate e allettanti, sghignazzando e facendo progetti sui loro acquisti. Io volevo solo che mi dicessero di entrare subito e sapere... ed essere tranquillizzata e..."

"Mamma Cake è molto agitata. Mio fratello non sta bene e ha la nausea da più di due giorni. Non mangia e non parla. Papà Manitoba è lontano per lavoro, lui ha tanti impegni. Siamo arrivati alla clinica, ma non ci fanno entrare ed è molto noioso. Ovvio, mi dispiace molto per Macaron, ma mi annoio lo stesso e anche Candy non vuole continuare ad aspettare in silenzio. Così ci siamo messi a giocare alla spesa, immaginando di comprare tutte le provviste per l'inverno dal distributore e di sistemarle nella grande dispensa del Letargo, il piano più caldo e asciutto della nostra splendida e adorata tana. Mi piacerebbe proprio essere a casa... potrei giocare e divertirmi, magari anche Macaron si sentirebbe meglio... invece siamo qui... uffi. Mamma mi ha guardato storto... sarà meglio che mi sieda quieto. Uffaaa, ma quando ci fanno entrare??"

"Perchè non mi chiama? In fondo, sa bene quanto io sia preoccupato e star loro lontano in questa situazione, raddoppia la mia ansia. Dovrebbero già essere arrivati da un pezzo alla clinica... Forse gli è successo qualcosa?? Forse dovrei rientrare a casa, Cake avrà certamente bisogno di me... Certo, qui il cantiere non può continuare senza la mia presenza, ma Macaron ha bisogno di me e gli affari possono aspettare. Cosa ci faccio ancora qui? Forza, chiudiamo il lavoro alle tubature con l'aiuto di Tube e mettiamoci in viaggio, la città non è di certo dietro l'angolo!"

La famiglia Otter era in piena agitazione. Da qualche giorno Macaron, uno dei gemellini più piccoli soffriva per una forte nausea che gli aveva rubato l'appetito e la voglia di giocare. Mamma Cake aveva già provato con tutti i rimedi del bosco, ma niente aveva potuto aiutare il suo cucciolo. Nemmeno il medico del bosco, il sig. Beaver, era riuscito a capire cosa lo facesse stare così male. La Clinica per pelosi era l'unica soluzione. Mamma Cake era già abbastanza agitata e un viaggio sola, di notte, verso la città non era quello che avrebbe preferito affrontare, ma non ci pensò due volte e si mise in viaggio, con i suoi cucciolini al seguito. Papà Manitoba era via per lavoro, ma non riuscì a restarvi a lungo, così raggiunse la sua famiglia in città, quando la dottoressa stava facendo entrare tutti nel reparto...
La sala visite era ordinata e pulitissima. I cucciolini forse avrebbero combinato qualche danno, ma leggendo nei pensieri di mamma Cake, la dottoressa che li aveva accolti, Miss Fitch prese per mano i piccoli di casa Otter e li accompagnò in una sala in fondo al corridoio: il regno di ogni cucciolo. C'erano ciotole con croccantini, acqua e bibite fresche, bacche e legni su cui rifarsi unghie e dentini, latte condensato e cremosi omogenizzati di frutta e delizie del bosco. C'era persino un mini ruscello per cuccioli di castoro! I piccoli Otter avevano trovato il modo di sconfiggere la noia. Nella sala visite, il silenzio era pesantissimo. Dopo qualche minuto si presentò il primario della clinica, il Dott. Fitcher, un elegante esemplare di puzzola, rinomato in tutto il bosco e in città per le sue conoscenze e le sue doti nella cura dei malanni animali.  Macaron venne posto sul tavolo per le visite e con un affanno, il piccolo si lasciò sistemare sul dorso. Dopo una visita accurata, il Dott. Fitcher compilò la scheda del paziente in silenzio, inserì i dati nel suo computer e solo dopo allora, si rivolse alla famiglia Otter, indicando che il paziente sarebbe dovuto rimanere in clinica per opportuni accertamenti. Cake si sentì svenire. Rianimata la signora Otter il dottore spiegò, finalmente con un po' di dolcezza, che non potevano comprendere il motivo di tale disturbo e avrebbe preferito curare il piccolo con liquidi re-idratanti, essendo molto provato dal vomito e dal digiuno di acqua e cibo dei giorni precedenti. Il giorno seguente, si sarebbe consultato con la sua collega e avrebbe stabilito il da farsi. Mamma Cake decise che si sarebbe fermata a vegliare il suo Macaron e Manitoba sarebbe tornato a casa con il resto della famiglia.
Organizzare tutti per la nanna fu un bel da fare, in clinica come a casa Otter! Nonostante la clinica fosse una struttura moderna e pluri-accessoriata, la signora Otter proprio non sapeva da che parte girarsi. Un po' l'agitazione, un po' la lontananza dalla sua bella tana sicura, continuava a rigirarsi nella sua brandina, gettando occhiate verso il lettuccio del suo cucciolo, verso la porta poi e ancora all'orologio... A tana Otter, Manitoba era ancora più impacciato. I cuccioli erano iper-attivi! Cuscini e coperte divennero un pretesto per buttare tutto all'aria. Dopo un po' di trambusto, Manitoba richiamò i piccoli in raccoglimento per unirsi in una piccola e semplice preghiera per il fratellino malato. La calma tornò nella tana e i cuccioli si misero ordinatamente in cerchio, con i loro testoni chini. Infine, tutti caddero in un profondo sonno ristoratore.
L'indomani, fu una sorpresa a risvegliare la vita nel bosco. Il piccolo Macaron era alla finestra a osservare a occhi sgranati il sole nascente. Quando un occhietto nero della signora Otter si aprì su quella visione, la lontra quasi trasalì! Non sapeva se per l'entusiasmo o per lo spavento di vedere il figlioletto in giro per la stanza, con quei fili attaccati alla zampina tosata. Lo abbracciò forte a sé e il piccolo, ignaro di tutto, sorrise sotto i sottili baffoni. La bella notizia si sparse in fretta: il piccolo Macaron era guarito. Così come era venuto, il suo malanno se n'era andato, per andare a disturbare chissà chi altro in giro per il bosco. A tana Otter lo schiamazzo fu tale che le povere cornacchie (le pettegole vicine di casa) svolazzarono via spaventante, gracchiando quanto fossero maleducati e selvatici quei cuccioli di lontra. Non importava! Macaron stava bene! L'allegra carovana partì verso la clinica, con il cuore alleggerito e pieno di gioia. Prima di entrare nell'ospedale, il papà ragguardì i suoi piccoli in modo che si comportassero bene all'interno della struttura. Giunti nella camera, trovarono mamma e il fratellino già pronti per tornare a casa e con un grande sorriso stampato sui musini. Fra gli abbracci, i gridolini comparve il Dott. Fitcher. Calò il silenzio, come se tutti ne avessero soggezione. Il dottore, con un sorriso spontaneo, annunciò che il piccolo Macaron avrebbe potuto fare ritorno a casa con il resto della famiglia e per festeggiare, avrebbero brindato e sgranocchiato le crocche del distributore all'ingresso tutti insieme! Wow! Il grido di gioia scoppiò in un battibaleno e tutti si recarono nella sala d'attesa, mentre Miss Fitch, alzava il volume dello stereo. Quel giorno tutti festeggiarono, i cuccioli Otter visitarono tutti i malati e donarono loro tempo prezioso, tornando a casa la sera, ricchi di speranze, sogni e semplice felicità.

I PERSONAGGI DELLA STORIA

La famiglia Otter



Otter in inglese significa lontra. Ecco mamma Cake e papà Manitoba in un ritratto di famiglia.






I medici della Clinica per Pelosi

Dott. Fitcher e Miss Fitch (Fitch puzzola in inglese) nella loro casa nel bosco (dopo aver conosciuto gli Otter, i due medici si sono uniti in matrimonio e si sono trasferiti nel bosco, aprendo un ambulatorio)




Il Dott. Beaver, l'anziano medico del bosco


Il Dott. Beaver, finalmente in pensione, nell'oasi relax per castori anziani. Il vecchio medico si dedica oggi alla composizione di poesie sul bosco e sulla vita che lo anima. Beaver significa castoro in inglese.




Qualche parola di Inglese:
Cake - torta
Muffin - chi non li conosce? Dolce da forno, spesso aromatizzato. I più diffusi sono al cioccolato o ai mirtilli.
Candy - dolcetto, caramella.

Ci sono gli altri due componenti della famiglia che non ho tradotto... Manitoba, si tratta di un tipo di farina adatto per cucinare pane, ma anche dolci! E Macaron... un delizioso dolcetto francese che diventerà famoso quanto e più dei simpatici Muffin!

7.11.11

L'inverno nell'isola lontana


In un'isola lontana, al di là del mare, al di là delle terre d'ambra e dei boschi di smeraldo, si trovava Hikuri. Viveva in un palazzo bianco come la neve, con il tetto appuntito e decorato di rosso. Hikuri apparteneva a un'importante famiglia, legata alla tradizione più che a ogni altra cosa. Hikuri non la pensava allo stesso modo. Hikuri frequentava una scuola prestigiosa, che pochi potevano permettersi. I suoi compagni venivano da famiglie come la sua e non giocavano con gli altri ragazzi, in realtà non li incontravano nemmeno. Mai.
Un giorno d'inverno, nel giardino della scuola di Hikuri, comparve un ragazzo nuovo. Il cortile era vuoto, l'orologio suonava le 11.00 in punto, di un mattino gelido e grigio. I passi del ragazzo e del suo accompagnatore risuonavano nel silenzio pungente dell'inverno, mentre sottili fili di pioggia scendevano sull'ombrello aperto. Non era come loro, ma indossava la stessa divisa. Qualche minuto dopo, la porta shoji della classe di Hikuro si aprì mostrando il preside e il ragazzo. Tutti si alzarono in uno scatto composto e salutarono il preside con il rei. Il ragazzo fu invitato a prendere posto. Hikuro notò l'ultimo bottone della sua divisa: era slacciato.
Le lezioni terminarono alle 12.30 e tutti si riversarono nei corridoi, creando un chiacchericcio simile a un brusio costante e noioso. Tutti tranne Hikuro, già alla finestra. I suoi occhi neri osservavano la pioggia e le nuvole, cercando di leggere qualcosa del loro lungo viaggio, qualcosa che parlasse di altri paesi, altre storie. Il ragazzo era seduto al suo banco e mangiava un piatto istantaneo comprato in un supermarket della città. Hikuro si voltò di scatto. Odiava il suo bento, ma quella zuppa aveva un'aria pessima. Le sfuggì un sorriso. Il ragazzo lo notò, abbassò lo sguardo e capì.
Il giorno seguente era la vigilia di Omedeto, il Natale giapponese. La scuola cominciò puntuale, i ragazzi entrarono in file ordinate e presero posto nelle aule. In silenzio. Hikuro era agitata. Il furoshiki che aveva scelto era scuro, con un ricamo rosso lacca, delle piccole foglie di acero. Il tempo non trascorreva veloce quanto avrebbe dovuto. Parole, storia, parole, tradizione, parole, gli anziani, parole. Il ragazzo trascriveva ogni sillaba, il suo sguardo era perso. La pausa delle 10.00 volò in un secondo e Hikuro rimase come al solito alla finestra. Il ragazzo era nel corridoio e parlava nella sua lingua al suo accompagnatore, lo stesso del giorno prima, che cercava di rassicurarlo. Lui era giapponese. Il resto delle lezioni passò in un vuoto ovattato, in cui un'ansia frenetica e nuova animava la piccola Hikuro. Le 12.00. Tutti uscirono. Il ragazzo ancora scriveva nel suo foglio. Hikuro si alzò senza rumore. Si avvicinò a lui. Il ragazzo si alzò, muovendo la sedia in un frastuono di metallo stridente. Le sue guance si arrossarono nel pallore del suo viso. Lei lo guardò, per un istante, fisso negli occhi. Le sue mani bianche lasciarono cadere il pacchetto avvolto nella seta pregiata. Poi se ne andò correndo, come nessuno avrebbe mai fatto.
 
Credits
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TaNte PaROLe NuOve:

Shoji - la tipica porta giapponese scorrevole. E' tradizionalmente realizzata in legno e carta ricavata dal gelso, che permetta alla luce di filtrare creando un'atmosfera soffusa.

Rei - il saluto, un importante aspetto della vita in oriente. Assume una connotazione profonda di rispetto, sincerità.

Bento - pranzo preparato per i figli o per i propri mariti. Gradevole agli occhi, dovrebbe comporsi di diversi tipi di cibo, presentati ordinatamente. Tradizione ancora perpetrata nelle famiglie giapponesi che, a quelli preconfezionati, continuano a preferire quelli homemade.

Omedeto - il Natale in Giappone non viene festeggiato dalla maggior parte della popolazione che è atea. La Vigilia però è celebrata in maniera romantica, quasi come un San Valentino occidentale, con scambi di doni e pensieri teneri.

1.11.11

All'ospedale dei gatti


E' arrivato Novembre e, per ora, non ci sono buone nuove...
Il mio e ormai anche vostro compagno di avventure e di giochi è ricoverato in una clinica veterinaria, in attesa di scoprire cosa occluda il suo stomaco, impedendone il normale funzionamento.

SBIRRO, FORZA!

In questo post, vi ho raccontato come si caratterizza la razza Bengala e allo stesso modo, credo sia molto utile condividere esperienze cliniche come questa, in modo da poter sapere come intervenire per aiutare i nostri piccoli amici (mio malgrado, perché ancora agitata e preoccupata).

Soltanto voi padroncini siete in grado di notare ogni piccolo cambiamento nel comportamento o nell'aspetto dei vostri amici a quattro zampe, per questo, il vostro intervento tempestivo potrà rivelarsi importantissimo per la loro salute e per favorire la loro guarigione. Per quanto riguarda Byron, tutto è iniziato con forti attacchi di vomito, inizialmente abbastanza sporadici e lievi, ma successivamente più intensi.

Segni visibile e riscontrabili da ogni padrone: vomito e nausa, mancanza di appetito e vitalità, stipsi.

Dopo aver notato che la situazione non migliorava, il passo successivo è stato un controllo specialistico dal veterinario. La disidratazione del gatto ha tempi molto più veloci che nei cani ed è in grado di provocare gravi danni conseguenti, così il primo trattamento è una flebo reidratante, in modo da rimettere in sesto il peloso. Oltre a ciò, il veterinario rileva una temperatura molto bassa, ipotermia, che nel Bengala è particolarmente sofferta, soprattutto nel cambio di stagione. Si tenta di placare la nausea con un farmaco specifico e Sbirro passa la notte e la giornata successiva senza avere più conati di vomito, ma privo di stimoli verso cibo e acqua, necessitando così un nuovo trattamento reidratante il pomeriggio successivo. Non nutrendosi più da ormai 3 giorni e persistendo sia nausea che stipsi, il ricovero diviene obbligatorio.

La clinica veterinaria è una bella casa in stile Liberty, con un giardino curato. La visita si compone di misurazione della temperatura (36.6°C!! molto bassa per un micio), peso (5.5 kg ha perso 0.5 hg), palpazione addominale, ascolto del battito, prelievo sanguineo. Dopo questo controllo scrupoloso (durante il quale il nostro Sbirro tira fuori la sua grinta per ribellarsi alle mani dei vet!) viene stabilito il ricovero, almeno fino all'esito dell'ecografia, che dovrebbe mostrare la natura del corpo estraneo ingerito e il prossimo step da seguire. Il mio bel gattone viene sistemato nella camera di degenza della clinica, con un cocker nero (entrato poco prima di noi) e chissà quale altro peloso.

Dopo un'intero pomeriggio, ci viene fatto sapere che l'ecografia non ha dato i risultati sperati: del corpo estraneo ingerito non c'è traccia e sembra sia in corso un'infiammazione acuta. Continua il trattamento per endovena, a cui viene aggiunto un farmaco per placare gli spasmi dello stomaco, che danno dolore al miciotto. In attesa di verificare che questi trattamenti abbiano un effetto, restiamo tutti con il fiato sospeso.
Solitamente vi salutiamo sempre insieme, ma oggi, Signori bambini, chiedo a voi di stringerci in un grande abbraccio. Ti aspettiamo alla Casa di Vetro piccolo Byron!

Ps- Se qualche vet fosse all'ascolto e avesse qualche suggerimento, sarò felice di ricevere i suoi consigli e rispondere, anche via e-mail!

31.10.11

La notte delle Zucche


La notte era gelida, scura e brillante. Il cielo era cosparso di piccoli e lucenti diamanti, cuciti sul velluto nero della mezzanotte. Un venticello birbante invitava le foglie in un ballo lento, in un turbinio di rosso, giallo e arancione. I lampioni di luce bianca illuminavano lo scalpitio d'ali di qualche pipistrello in cerca di un pasto. Una stella attraversò il cielo con un bagliore e lei chiuse gli occhi in un sorriso, trovando subito il suo desiderio...

Lumilla se ne stava seduta sui gradini gelati del vialetto di casa. Il suo tutù giallo e nero la incorniciava nel silenzio della notte. Quell'anno era vestita da ape. Contava il suo bottino e con cura divideva la cioccolata dai marsh-mallows, gli zuccherini dalle mentine, i biscotti dai cornetti. Quest'anno era andata proprio bene. Prima di rientrare in casa doveva aspettare Gilbert, suo fratello maggiore che, come al solito, era in ritardo. Si erano accordati per bene, in modo che i genitori li lasciassero in pace almeno la vigilia di Ognissanti. Però faceva freddo, dove si era cacciato quel briccone? Per ingannare l'attesa, Lumilla decise di scartare una delle barrette cioccolatose che si era guadagnata. La carta era di un argento scintillante, con delle saette blu elettrico e la scritta rosso lacca. Si aprì facilmente e l'aroma intenso della cioccolata raggiunse il nasino a punta della bambina, che già si leccava i baffi. Mentre stava addentando il primo pezzetto, una luce dalla strada catturò l'attenzione di Lumilla. Doveva essere lui... finalmente. Si alzò e fece qualche passo per andargli incontro, ma subito notò che quella non era l'auto del fratello. Due fari gialli e rotondi non le permettevano di vedere altro, però Gilbert aveva appena ritirato il suo catorcio a quattro ruote che di certo non aveva fari di ultima generazione come quelli che le stavano di fronte. Dall'abitacolo si sentiva una musica elettronica a tutto volume... doveva essere qualche amico imbecille di Gilbert, per forza. C'era un però. Se quella super-car fosse stata di un arrogante amico di suo fratello, il fortunato amico avrebbe guidato bene, in modo sicuro e arrogante e non procedendo a singhiozzi lungo tutto il viale alberato, per inchiodare rumorosamente di fronte ai posteggi! Lumilla era curiosa come una scimmia, perciò si alzò ripulendo il suo culetto congelato, dalla sabbiolina del vialetto e si avvicinò all'auto, con aria scrutatrice. Non aveva MAI visto un'auto simile a quella, prima di allora. Si trattava di una piccola utilitaria, quel tipo di macchina che avrebbe avuto ogni mamma... ma... vedendola sembrava più che altro un carrozzone funebre rimpicciolito! Nera, un po' sporca, cromature, gomme larghe, minigonne ai lati e mini-alettone! Qua e là c'erano un po' di ammaccatura, la controprova dell'abilità di guida di chi sedeva al volante! La musica assordante, che doveva immergere l'abitacolo in una sorta di apnea acustica, cessò di colpo e una delle porte si aprì con un clack. Lumilla era un po' timorosa, ma troppo ansiosa di sapere per andarsene...
- Tefe l'avefevofo defettofo chefe avrefemmofo dofovufutofo gifirafarefe! - Dall'interno, una voce gracchiante, controbattè prontamente: - Zifittafa! Sefemprefe dofopofo!
Lumilla non credeva nè ai suoi occhi, nè alle sue orecchie! Per tutti i muffin del mondo... chi erano quelle??

*
La lite continuò in maniera molto agitata, per poi concludersi in una specie di risata, quando anche la pilota di turno lasciò il posto di guida, per scendere e presentarsi agli occhi spalancati di Lumilla. Dopo di lei, scesero dai sedili posteriori anche due... animali... ovviamente parlanti (e chiacchieroni come le loro compagne di viaggio!) Quell'allegra carovana aveva qualcosa di spettrale... prima di tutto quell'auto. In seconda battuta l'abbigliamento delle due donne. E infine, vogliamo considerare i due animali da compagnia?? Un varano e una nutria spelacchiata?! Ora, Lumilla era vestita da ape, quindi non è che fosse molto più presentabile di quelle due (per lo meno Palmiro, il suo criceto obeso, era rimasto al caldo della sua ovatta) però... lei era mascherata, quelle avevano tutta l'aria di non indossare altro che vestiti simili a quelli! La donna pilota, più anziana dell'altra, indossava un abito in velluto dall'aria antica e malconcia, da sotto la gonna rigonfia, sbucavano due gambotte ricoperte da calze a righe, bucate qua e là. La seconda aveva invece una gonna amaranto, abbinata a una specie di corpetto arancione con maniche a sbuffo. Capelli malamente acconciati e arruffati coronavano le teste di entrambe. Proprio mentre lo sguardo attonito di Lumilla si posava sulle scarpe, una luce fuxia l'abbagliò e l'attimo dopo... le due erano totalmente diverse. Lumilla si stroppicciò gli occhi, li chiuse per vedere se qualcosa cambiasse, ma in effetti, si erano cambiate da capo a piedi: due abitini in maglia nera avvolgevano le due donne, con occhiali da maestrine ed eleganti cucù ben saldi e in ordine sulle nuche. Stava impazzendo?! L'unico capo che non si mosse da dov'era, erano i lunghi guanti neri... Le due signore si avviarono verso il marciapiede e Lumilla non ebbe altra scelta che gettarsi nella siepe vicino agli scalini d'ingresso, per nascondersi da quelle due carampane, improvvisamente ringiovanite. Lumilla pensò che sarebbe stato bello se anche la mamma avrebbe potuto trasformarsi in quel modo... ma subito cacciò via quel pensiero, come se offendesse la sua adorata mammina.
Lumilla e Gilbert erano i figli adorati e iper-protetti dei Carvendale, una coppia anzianotta e per questo molto apprensiva verso la prole, oltre che molto affettuosi e teneri. Entrambi non avevano nessun interesse per la moda o le tendenze, cosicchè il loro aspetto risultava fuori moda, facendoli apparire ancora più vecchi della loro età. Allo stesso modo, la loro casa era arredata senza uno stile vero e proprio, era più che altro funzionale e comoda, le sole caratteristiche che una casa avrebbe dovuto avere per la famigliola. La signora Carvendale se era una cuoca superlativa non nutriva la stessa passione verso piumini e spazzettoni così, un non più leggero strato di polvere e il disordine totale reganvano incontrastati all'interno della casa. In giardino era un altro discorso, dato che era il regno del signor Carvendale, un uomo estremamente pignolo e ordinato, capace di posare i rastrelli in ordine d'altezza. Del resto si sa, gli opposti si attraggono.

*

Lumilla era ancora assorta nei suoi pensieri quando, con un sussulto, ritornò alla realtà. Le due strane tipe la stavano guardando da dietro i loro occhiali (pieni di brillantini sulle punte, data la forma a farfalla). Lumilla arretrò spaventata a morte. E fu la sua fortuna, visto che poi presero parola, sputacchiando qua e là!
- Sefeifi tufu Lufumifillafa, cafarafa?
- Mafa cofosifì lafa spafavefentifi! Lafasciafa fafarefe afa mefe! Cafarafa, nofoifi siafamofo defellafa Agefenzifiafa... sofonofo ifin cafasafa mafammafa e pafapafà? - la interruppe la più anziana.
Lumilla era pietrificata e non rispose nulla. In quel momento arrivò suo fratello che vedendo la scena, saltò addosso alla donna e l'atterrò. Questa schiamazzando con l'amica, cercò in qualche modo di rialzarsi, senza ottimi risultati. Nel caos generale, la luce dell'ingresso illuminò l'uscio e comparvero i signori Carvendale che, con uno sguardo imbambolato, osservavano la scena in silenzio. Come due automi si diressero verso Gilbert, affermando con un tono robotico che era tutto a posto e sorrisero senza spontaneità alle due donne, che ricambiarono con una fila di denti giallastri e ammaccati (la trasformazione non era stata così profonda, pensò Lumilla sghignazzando dietro i baffi!). Entrarono tutti in casa, anche se Gilbert continuò a tener controllate le due tizie, si accomodarono tutti sul morbido divano e la signora Carvendale si offrì di preparare del tea caldo, con qualche biscottino fatto in casa. Erano le 11 passate, forse un po' tardino per uno spuntino così tipicamente pomeridiano, no? Comunque tutti accettarono contenti. Seguirono una serie di chiacchiere futili e piene di sputacchi delle due ospiti, le quali spiegarono di essere le rappresentanti di una strana Agenzia per il Buon Andamento della Casa e R.D. meglio conosciuta come A.B.A.C.R.D. (parte di acronimo rimasta segreta), giunte presso i Carvendale, per ottimizzare la gestione familiare e casalinga, ma soprattutto per migliorare la vita dei componenti della famiglia... progetto un po' ambizioso, non credete? Lumilla era rimasta a bocca aperta ascoltando attentamente le parole delle due strane collaboratrici domestiche, affascinata dai loro gesti così, così esplicativi! Sembrava che roteando le lunghe mani nascoste sotto i guanti neri e lisci, già provvedessero a realizzare ciò di cui parlavano. Inoltre, se la donna anziana sembrava rispondere a tutte le esigenze della mamma, l'altra era la perfetta interlocutrice di papà. Era come se parlando e parlando riuscissero a convincere i due delle loro ostinazioni, correggendoli senza che loro se ne accorgessero, o così sembrava a Lumilla. Suo fratello era troppo impegnato a guardare nel generoso decolletè delle due, per capire di che cosa parlassero. Era come se quelle due donne riuscissero a incantare tutti quanti, con un lento e pacato susseguirsi di spiegazioni e parole, parole, parole... (e sputacchi!)

*

Lumilla era ancora vestita da ape. Si svegliò per il sottile raggio di sole che filtrava dalla griglia e andava ad illuminare i suoi grandi occhioni ancora addormentati. Non accese la luce per abituare gli occhi chiarissimi al nuovo giorno e scendendo dal letto a castello, trovò le pantofoline pronte per essere calzate. Strano. Andò verso la scala, ma allo scricchiolio del primo gradino, la mamma la richiamò per mandarla in bagno a lavarsi il faccino. Molto strano. In bagno, una salvietta arancione era piegata a forma di zucca e riposta vicino al suo spazzolino. C'era qualcosa di diverso. In cucina aleggiava un profumo delizioso, ma questo era tipico della mamma. Ciò che era del tutto inaspettato era l'ordine e la pulizia: il lavandino conteneva solo la tazza di papà, uscito da poco a ritirare pane, latte e giornale; il tavolo era apparecchiato con delle stuoiette arancioni e addobbato con alcuni ragnetti, ma soprattutto era lindo e lucidato. Stranissimo!
- Mamy, sono state le signore a sistemare tutto? - chiese Lumilla pucciando un bisotto a forma di pipistrello nel latte.
- Quali signori, puffetta della mamma?
- Le due dell'Agenzia A.B.A.C.R.D., quelle che erano in salotto ieri sera...
- Patata della mamma, fai colazione, da brava. Vedtai che poi sarai più contenta.
Lumilla non voleva essere contenta, voleva sapere se quel cambiamento fosse dovuto a quelle e soprattutto era curiosa di sapere che fine avessero fatto. Mentre faceva questi pensieri, osservava la mamma, che con un sorriso stampato, maneggiava un frullatore o qualcosa di simile. Non faceva che inserire ingredienti e questo rispondeva prontamente elaborando biscotti, pasta per la pizza, sughetti, budini... il tutto diligentemente invasato e messo a conserva. Era una scatola magica! Finita la colazione, Lumilla andò svogliatamente in camera sua, già riassettata, fresca di aria pulita e profumata con una candela a forma di zucca, che altro? Un piccolo pacchetto attirò la sua attenzione. Era stato lasciato sul letto rifatto (opera della mamma??) ed era incartato con carta arancione e nera, con un grande fiocco. Un bigliettino portava scritto il nome della bambina, con due scarabocchi simili più a ragni che a firme. All'interno, Lumilla trovò un rotolo di pergamena arrotolato e sigillato con cera lacca arancione. Staccato il sigillo, si dipanò una lunghissima lettera che coprì tutto il pavimento della cameretta e buttò Lumilla sul letto, dove cominciò a leggere con attenzione:

Illuminatissima e lucentissima Lumilla,
è con estremo e gradito piacere che siamo a comunicare la....

Un fiume di lettere che diventavano parole, che divenivano frasi e frasi. Quando Lumilla arrivò in fondo a quel lungo rotolo, comprese tutto quanto. Niente fu più come prima. Il desiderio che aveva espresso prima di uscire per il classico giro Dolcetto o Scherzetto era stato ascoltato e presentato davanti all'alto ordine dell'A.B.A.C.R.D. Tutto il grande cambiamento trovato in casa, non era merito delle due compagne, ora sapeva che lo erano, ma soltanto suo. Lumilla era stata scelta e da quel girono di Ognissanti era entrata a far parte dell'Agenzia per il Buon Andamento della Casa e Realizzazione Desideri, l'ordine delle streghe buone operante da sempre su tutto il territorio del mondo.

E voi? Avete visto una stella attraversare il cielo?!

Volete stampare la storia? Eccola qui!

29.10.11

Stanno arrivando fantasmini, streghette e mostrini di ogni tipo!


Are you ready?!

La notte più magica dell'anno sta per arrivare e ormai anche da noi è parte delle ricorrenze festeggiate e sentite da grandi e piccini! Io  ho già impostato la pubblicazione della mia storia per le prime ore del 31 ottobre, in modo che possiate gustarvela per tutta la giornata! Spero proprio che vi piaccia e vi trasporti nel mondo magico e buio delle zucche!

Qualche idea per i vostri costumi: 

Qualche giochino in stile zuccoso da stampare:


Ritagliamo e incolliamo le scatoline di Halloween!


Qualche dolce idea per un menu da brrrrrivido!


Insalata fresca di scheletri










Ragni arrosto ripieni

  
Un dolce tradizionale: Fave dei morti












L'appuntamento è per il 31 ottobre, aspetto tutti quanti mascherati e armati di scherzetti, ad ogni dolcetto negato! Nella Casa di Vetro troverete una dolcissima storia pensata solo per voi!


A presto, RooooonRoooon (by SbirroFantasma)


15.10.11

L'albero, il serpente e la mela

Buon Sabato Signori Bambini!
Oggi voglio condividere con voi un mini-racconto, pensato appositamente per Giorgia, una bellissima bambina di tre anni, che ha appena iniziato il suo entusiasmante percorso nella scuola!
La maetra ha dato un compito ai piccolini, chiedendo ai genitori di inventare una storia che i bambini potessero imparare, basandosi su un disegno con tre soggetti: un albero, una mela e un serpente. MMM.
Credo che nella testa di ogni adulto, automaticamente si delinei la storia di Adamo e della bella Eva. E' altrettanto scontato che i bambini non penserebbero mai a tutto ciò! Quindi, ecco cosa ho pensato io:

C'era una volta un bellissimo albero dalle foglie grandi e lucide. Viveva in un grande giardino, con tanta erbetta fresca intorno a lui.
Un giorno, un animale lungo e strisciante si avvicinò al signor Albero e gli disse:
- Buongiorno! Come sei sfortunato a stare sempre fermo qui, senza poter vedere cosa c'è fuori dal giardino!
Senza aspettare una risposta, l'animale, che era un serpente, se ne andò via nell'erba. Il Sig. Albero pensò molto alle parole di quell'animale, ma poi cadde in un sonno profondo e il giorno dopo si svegliò felice, perché su uno dei suoi rami era appesa una mela rossa, profumata e lucente. 
Il serpente tornò dal signor Albero e gli disse:
- Cos'è quella palla rossa che spunta fra le tue foglie?
- E' il mio frutto, una mela succosa e dolce - disse il signor Albero.
Il serpente si sentì sfortunato, perchè non poteva prendere quella mela per mangiarne e non era capace di produrre qualcosa di così buono e bello. Decise di chiedere scusa al signor Albero per l'offesa del giorno precedente e se ne andò chissà dove, triste e solo.

Nessuno di noi è sfortunato! Ognuno ha capacità e caratteristiche diverse e non dobbiamo prenderci in giro per questo! Anzi, i nostri compagni possono insegnarci qualcosa di nuovo, che da soli non potremmo mai scoprire! Se il serpente non fosse stato maleducato, il signor Albero gli avrebbe offerto la sua mela e magari avrebbero potuto parlare delle cose belle fuori dal giardino. La cattiveria del serpente l'ha lasciato solo, triste e a pancia vuota!

13.10.11

Progetti Natalosi

Ci sono piccoli rumori di novità nella Casa di Vetro!
Come forse qualcuno di voi sa, la Casa di Vetro si trova in un paesello sperduto fra i monti e io e Sbirro siamo molto impegnati per la promozione del territorio, eheh.
Così, proprio ieri sera abbiamo avuto una bella notizia: in una sala molto bella, all'interno di un'antica e affascinante villa in stile liberty, io e Sbirro potremo organizzare dei pomeriggio di lettura di fiabe!! Tutto in attesa del magico e caldo Natale! Speriamo che il progetto vada a buon fine! Potremo giocare, leggere e colorare le fiabe della Casa di Vetro e magari scrivere nuove avventure!
Ora è ancora tutto in fase di definizione, ma si parla di merende con pane e marmellata, buoni sconto nei negozi di giochi e abbiagliamento per i più piccoli, giochi e avventure nel mondo del Natale con Sbirro! E' ovvio che lui sarà presente! Vi farò sapere molto presto qualche informazione in più!
Lo so, è prematuro pensare già a quel bellissimo momento dell'anno, in cui tutto è ovattato dalla neve, i vetri si appannano e all'interno delle case tutto si muove per preparare pacchi, regali e tante squisite ricette... Però ho trovato queste immagini in rete e mi è venuta troppa voglia di condividerle con voi!


Prima dell'arrivo del Natale e di dicembre, abbiamo un altro importante appuntamento: la festa delle zucche! Quindi, tornate a trovarmi, perché sto preparando qualcosa per voi! A presto...

11.10.11

Autunno d'Ottobre

Un venticello frizzantino, una luce ancora dorata e l'erba appena tagliata.
Ci sono bambini con cartelle, caldarroste bollenti e case addobbate di bianco e turchino.
Profumo di giallo, rosso e castano.
Visioni di zucche, funghi e castagne. Nei ricci racchiuse, lucide e lisce aspettano, nel silenzio bisbigliante del bosco, sotto un manto di foglie cadute, variopinte e stanche.

12.9.11

Esperimenti nella rete!

In una noiosa domenica mattina lavorativa, ho fatto qualche nuovo esperimento pensando alla mia Casa di Vetro (in attesa di operare cambiamenti anche in quella reale, visto che l'arrivo dell'Autunno mi stimola all'acquisto di candele :o).


Ovviamente, candele di vetro ;o)
 Prima di tutto, ho pensato che fosse arrivato il momento di lasciarvi un indirizzo, a cui spero possiate inviarmi disegni, storie, consigli o messaggi per Sbirro! Che cosa ne pensate?

Inoltre, ho creato una piccola pagina anche sul celeberrimo FacciaLibro (che di libro ha gran poco...) cioè Facebook! In realtà non ho ancora capito esattamente come funzioni... magari dateci un occhio e fatemi sapere se la pagina in questione è visibile!  GHghghGH! Io e Sbirro stiamo anche twittando da un po', ma dobbiamo ancora guadagnare Follower.

Ora dovrò inserire tutti i bottoni per collegare questi luoghi immaginari nella rete e rendere le vostre passeggiate nel mondo delle fiabe, meno complicate.

Non mancate di passare nei prossimi giorni, la Casa di Vetro sta rinnovando le sue stanze! E presto ci saranno golose sorprese da scartare! MmmmMMm! A presto!

Ps- Non mi sono dimenticata... anche se ne abbiamo parlato anche la scorsa settimana, oggi è il grande giorno per tutti voi! Quindi:
Buona sqcuola a tutti!

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Qualche parola di Inglese:

Follower: colui che segue, su Twitter sono definiti follower i contatti che seguono i nostri aggiornamenti (o tweet)

10.9.11

L'hotel - 4. L'ascensore

Foto scattata dal cellulare di Chicca
Il vecchio e immenso lampadario sembrava un ossuto ragno gigante. Le luci che un tempo rendevano quella sala così accogliente erano state tolte e poste chissà dove. Regnava un silenzio di polvere e umidità. Una bellezza decadente traspariva da quello strato di tempo, che ricopriva tutto. I pavimenti scricchiolavano ad ogni passo e facendo luce, i ragazzi notarono un elaborato rivestimento in legno, che creava una decorazione nel salone e lungo tutto il buio corridoio che portava all'ala est. Alcune sedie erano state abbandonate qua e là e una serie di porte a vetro smerigliato nascondevano altri rifiuti della storia. Nessuno dei ragazzi si azzardò ad aprirne una. Solo camminando nell'oscurità dell'hotel, cominciarono a rendersi conto di quello che stavano facendo. E poi... per cosa? Per cercare cosa? Mila sentiva di trovarsi nel posto giusto, ma capiva che gli amici cominciavano a trovare quell'avventura un po' inutile; decise di non dire nulla era convinta ad andare avanti per capire, vedere qualcosa... o... qualcuno che ricomponesse i pezzi del puzzle: la donna al mercato, la nonna così nervosa nei pressi dell'hotel, la storia di Maria.
Stavano avanzando lentamente, quando allo scricchiolio dell'antico parquet si aggiunse un nuovo rumore, uno scartocciare insistente. Non ci volle molto per capire che si trattava di Balù, alle prese con un sacchetto di carta, con cui aveva accuratamente confezionato un bel panozzo al salame e Taleggio! Addentando con voracità il filoncino, sbofonchiò a bocca piena che era il suo abituale spuntino notturno, chissà la colazione! Chicca, che dopo lo sgranocchiare di Balù sentì un languorino allo stomaco, offrì qualche cioccolatino che aveva preparato per eventuali crisi di fame improvvise. Dopo essere rincuorati dai dolcetti, ripresero a cercare, puntando le torce davanti a loro, sempre basse lungo il pavimento, quasi non volessero vedere qualcosa più in alto... 
Finalmente, giunsero in un'ampia sala, grandi finestre si ergevano su un lato e alcuni vecchi e pesanti tappeti erano ammassati sul fondo. La sala da ballo. In quella notte lontana, la festa era stata celebrata proprio nella stessa stanza. Mila immaginò l'atmosfera che doveva aleggiare fra quelle pareti: eleganti dame, decorate da abiti di tessuti finissimi dai colori sgargianti, ricchi gioielli ai lobi, sulle dita sottili e sui decolletè candidi. Galantuomini dai colletti inamidati, con bastoni di mogano, arricchiti da pietre dure, avorio, intarsi finissimi. Musica raffinata e leccornie servite su massicci vassoi in argento. Tutto doveva apparire bello e composto, un'immagine ben diversa da ciò che si intravedeva. In fondo alla sala, si apriva un varco che portava nel corridoio parallelo a quello che il gruppetto aveva appena percorso e lì, i ragazzi trovarono una porta che si apriva sul vano scala e sull'ascensore. L'avevano trovato. Un po' intimoriti, si avvicinarono alla macchina e Jules aprì le porte in legno. L'ascensore era attivo, le luci si accensero subito dopo l'apertura degli sportelli. Il gruppetto arretrò spaventato da quel bagliore improvviso nel buio, interrotto dai solo fasci di luce bianca delle torce. L'interno era molto piccolo rispetto agli ascensori moderni e rivestito di una tappezzeria bordeaux damascata. Sul lato di fronte alla porta era appeso uno specchio ovale, in cui si riflettevano le facce sbiancate dei quattro amici. Mila fece per entrare, quando Jules la bloccò, chiedendole se si fosse ammattita, ma la ragazzina si divincolò dalla presa ed entrò nella cabina, seguita da Chicca, curiosa quanto lei. In quattro non avrebbero mai potuto montare sull'ascensore, quindi Mila pigiò uno dei tasti e richiuse le porte. Un rumore di ferraglia inondò l'abitacolo, che cominciò a salire. Dal pianerottolo, i due ragazzi osservavano al di sopra della porta, per capire dove si sarebbero fermate le due amiche. Al terzo. I due schizzarono su per le scale, correndo più veloci di quanto si aspettassero e ritrovarono le due ragazzine, mentre lasciavano quell'aggeggio infernale. Mila si diresse verso il corridoio: un lungo cunicolo scuro, dove si srotolava un lungo tappeto rosso scuro. Cercò di aprire una delle porte sul lato sinitro, in modo da ritrovarsi sul davanti dell'hotel, ma era chiusa. Chicca estrasse dalla sua borsetta firmata una piccola forcina per capelli e in qualche secondo forzò la serratura, allibita quanto i suoi compagni d'avventura, dalla sua stessa abilità. La camera era ampia, lo scheletro di un letto e un minuscolo comodino, un guardaroba e un appendiabiti. Dalla finestra filtrava la luce dei lampioni del parco. Affacciandosi alla finestra, Mila comprese di non essere all'ultimo piano. Aveva osservato molte volte quella facciata e aveva contato che i piani erano quattro più il solaio, che da qualche mese veniva illuminato dall'amministrazione comunale, per dare risalto al restauro delle facciate. Eppure nell'ascensore c'erano soltanto tre bottoni, oltre allo zero. Seguita da Chicca e i ragazzi, Mila tornò nel corridoio e quindi nel vano scala, aprì le porte dell'ascensore e cominciò a osservare il pannello per attivare la corsa su e giu per i piani. In effetti, c'era una sorta di serratura, che probibilmente attivava i piani mezzanini. Non avendo nulla a disposizione, continuarono a salire lungo la rampa di scale, ma giunsero al solaio, senza trovare nessuna piano di mezzo, nonostante la rampa in più. Dovevano attivare l'ascensore, in qualche modo. Provarono con la forcina, niente. Erano a un punto morto e di certo non sarebbero riusciti a organizzarsi per un'altra incursione. Mentre sedevano sui gradini delle fredde scale di servizio, un rumore meccanico li fece sussultare. L'ascensore si era attivato. Osservando l'indicatore dei piani, con il fiato sospeso, notarono che si posizionò su un simbolo floreale, doveva essere il mezzanino che cercava Mila e c'era qualcuno. E quel qualcuno stava scendendo, probabilmente al pian terreno. Mila si catapultò giu per le scale e gli altri, ancora increduli rispetto a ciò che stava accadendo si gettarono dietro di lei. Arrivati a piano terra, l'ascensore stava ancora scendendo, spensero le torce e aspettarono, forse avrebbero visto, senza essere visti. L'indicatore scattò. Era al piano terra. Il respiro dei ragazzi si fece pesante, rumoroso, come se si sentisse a distanza di metri. L'adrenalina si faceva sentire. Le porte si aprirono davanti a loro e Mila si irrigidì davanti a quella visione. Era lei, ne era certa. L'abito lungo, inadeguato e fuori moda, era la stessa donna vista tra la folla al mercato. Senza potersi controlallare le si rivolse, gridando chi fosse. La donna indietreggiò spaventata e puntò una piccola torcia sui volti ancor più terrorizzati dei ragazzi. Solo allora, tutti compresero che su quel pianerottolo non c'era nessuna creatura ultraterrena, ma solo cinque esseri umani spaventati e sbigottiti dalla situazione. La donna osservò tutti i volti e scrutando quello di Mila,scoppiò in un inspiegabile pianto. Nessuno seppe come gestire quella reazione, finchè la stessa Mila le si avvicinò e le sorrise. Incoraggiata da quel gesto di affetto, singhiozzò qualche parola incomprensibile, indicando il corridoio verso cui si diresse seguita dai ragazzi. Si muoveva con lentezza, ma sicura e li condusse fino a una piccola cucina, sulla cui porta era ancora possibile leggere "Riservato al personale". Invitò i suoi ospiti a prendere posto attorno alla tavola, al centro della cucina. La stufa economica era accesa e rendeva l'ambiente sicuro e naturale. In silenzio, la donna prese da un armadietto delle tazze in porcellana bianca, con decori dorati. Mise un bollitore sulla piastra della stufa, preparò i piattini, il bricco del latte ed estrasse da una scatola di latta dei biscotti, che ripose con cura su un grande piatto coordinato al servizio da tea. Allo sbuffo del bollitore, versò l'acqua nella teiera e con un vassoio portò il tutto in tavola, dove prese posto.
- Dovrei chiedervi che cosa facciate qui, a quest'ora. Ma vorrei invece raccontarvi quello che suppongo vogliate capire.
Nessuno rispose e la vecchia signora prese a raccontare quasi mezzo secolo di vite, storie e disgrazie. Tutto sembrò improvvisamente più limpido e chiaro. La verità era stata liberata da anni di silenzi e i ricordi, riaffiorati lentamente nella mente della vecchia signora, erano stati condivisi con quattro ragazzi curiosi e legati a quelle vicende. Flò era la bellissima moglie inglese del sig. Salaroli, il proprietario dell'hotel, morto di crepacuore dopo la scomparsa dell'amatissima figlia Maria. Quella tragedia aveva gettato tutti nel panico, nella paura e nella colpa, rovinando e rompendo legami di amicizia, affetto e rispetto. La donna non sopportò il duplice lutto e tornò nella sua patria natale senza alcuna cerimonia di saluto o di addio, togliendo per sempre il saluto allo stanco e già pieno di sensi di colpa, sig. Putti. In certi casi non si può ragionare con freddezza e i sentimenti di rabbia e di dolore hanno la meglio sulla ragione, così Flò fece del sig. Putti il capro espiatorio di tutta quella tremenda faccenda. L'uomo si fece ancora più cupo e si ritirò fino alla sua fine nelle mura dell'hotel, dando adito a leggende di fantasmi e stranezze. Ad aggravare tale situazione, fu anche la travolgente passione che coinvolse i due, ovviamente segreto condiviso solo con pochi intimi.Quando anche il sig. Putti lasciò la sua vita terrena, Flò rientrò in Italia, ma troppo tardi per potersi chiarire con il vecchio e fidato custode, perciò prese il suo posto all'hotel conducendo un'esistenza schiva, solitaria e sterile, avendo ormai perso le amicizie di un tempo. La donna era infatti molto legata alla famiglia di Putti, i signori Riccotri e ai nonni di Mila, ma dopo il trambusto dell'ascensore le accuse e le calunnie spezzarono i bei rapporti che avevano tanto riempito i vecchi e felici pomeriggi d'estate di un tempo. Nonostante gli anni trascorsi, Flò riconobbe subito nei volti delle due ragazze, le amiche di una volta, soprattutto Antonia, la nonna di Mila. Le due donne diventarono grandi amiche dopo le trattative di vendita della casa, dove ancora oggi abitava la nonna di Mila. La perdita di Maria, però, seminò il dubbio nella mente di Flò che accusò Piero, responsabile dei lavori di manutenzione, e appunto il sig. Putti di essere la causa del dramma. Antonia non le perdonò tale risentimento e non volle più incontrare la donna, tanto che sentì la sua partenza per Londra come un sollievo. Una lite, l'orgoglio covato negli anni e alimentato dal silenzio... tutto il resto era solo suggestione, Mila sorrise, sorseggiando il suo tea, così piacevolmente caldo e rigenerante.
                                                                             -°-
L'indomani, un sole pieno e finalmente estivo risvegliò la piccola comunità del paese. I ragazzi si ritrovarono nell'appartamento di Jules senza nemmeno sapere come ci fossero ritornati. Quell'estate i quattro ragazzi trascorsero un sacco di tempo insieme, affrontando nuove avventure anche se nessuna fu paragonabile a quella notte fredda di Giugno. Mila insistè tanto finchè ottenne che la nonna ricevesse Flò a casa e dopo una lunga chiacchierata, le due donne si riscoprirono amiche e solidali l'una verso l'altra. Il velo fosco che era rimasto sulla donna inglese scomparve, lasciando spazio a una bellezza che, seppur matura, era ancora fiera e piena di fascino. Mila e Chicca si promisero di non litigare mai e scrissero nei loro diari i segreti di un'estate indimenticabile.

8.9.11

Che cosa mi metto? Back to school #2

Dopo aver parlato degli acquisti per la scuola, ho pensato di dare una sbirciatina in giro nei negozi di abbigliamento per bambini... :)
Che cosa metto il primo giorno di scuola? Per molti è un appuntamento importante ed è bene farsi trovare preparati!
Se il primo giorno di scuola sarà... piovoso e uggioso:
Non c'è nulla di più comodo e asciutto di questi stivali inglesi! Sceglieteli in una tonalità colorata e abbinateci un ombrello in tinta... le nuvole diventeranno vostre amiche!

Se il primo giorno di scuola sarà... freeeddoOOo!
Qualche capo caldo e colorato farà al caso vostro! Guardando questa immagine della prossima collezione Burberry, mi vengono in mente le caldarroste... mmm! Quasi quasi mi viene voglia di Autunno!

Che cosa indossare sotto i cappotti? Io che adoro lo stile British English, ho scelto questi deliziosi maglioncini di Polo Sport Ralph Lauren, ci sono un sacco di varianti cromatiche e in più, prevedono il mio capo preferito: la camicia! Qui sotto versione Boy in grigio e versione Girl in giallo canarino:



















 Potrebbe, infine, accadere, che il primo giorno di scuola sia ancora tiepido ed... EStivO! Alle bimbe, consiglio di sfruttare le occasioni ancora in saldo di Simonetta, trovate tutto sullo shop online! Ecco un bell'esempio:
Non vi è venuta già più voglia di tornare a scuola? Mi raccomando, prima che suoni la campanella, ricordate di stare attenti al Grignis!

6.9.11

Back to school! Si torna a scuola

Il mese di Settembre mi fa pensare al colore viola e al ritorno a scuola. Ricordo che alla scuola materna, facevamo spesso lavori sui mesi e questo mese era spesso rappresentato da un grappolo d'uva, visto che proprio in questo periodo, in diverse regioni d'Italia molti agricoltori sono impegnati nella vendemmia, cioè la raccolta dell'uva per la produzione del vino.

I più piccoli però, pensano a ben altro:

- finire, molto in fretta, gli ultimi compiti delle vacanze;
- imparare i verbi e le poesie a memoria;
- i test d'ingresso!!
- scegliere il diario per l'imminente anno scolastico;
- comprare la cartella!

Così, visto che non vi posso aiutare con i compiti, ho pensato di darvi qualche suggerimento per i vostri acquisti settembrini :)

LET'S DO SOME SHOPPING! - Facciamo shopping!
Una novità in arrivo a Settembre è il film 3D dei Puffi! Non sapete quanto sono emozionata, da piccola erano i miei cartoons preferiti! Potevo guardare uno, massimo due cartoni prima di iniziare i compiti e di certo i Puffi erano i prescelti! Comunque, ecco un'idea per uno zainetto che quest'anno sarà una novità invidiata:
La scritta dice: "Preferisco essere blu!" ghggh.
Io preferisco essere rosa, Sbirro preferisce essere peloso!
Avete dimenticato di comprare la colla? Restando in tema di piccoli ometti blu, vi consiglio UHU, che vi regala tanti premi tutti... blu!
Ovviamente io ho preso quella di Puffetta!
Una conferma dell'anno scolastico 2011/2012 è la beniamina di tutte le bimbe: Hello Kitty. In questo caso, ho pensato di suggerirvi uno zainetto per la scuola materna, piccolo, robusto e moolto carino! 
Se le merendine pesano troppo, un'ottima alternativa sono i trolley-scuola e questo è stato scelto da Sbirro. 



Il mio vero e unico consiglio? Scegliete uno zainetto comodo, sobrio e di qualità: non subirà le mode e potrete usarlo anche finita la scuola per le gite o i vostri viaggi. Un esempio? Gli zaini Eastpack, di cui esistono mille colori, fantasie e misure:

                             



Anch'io avevo questo zainetto, uno rosso ciliegia e uno rosa chewing gum :) Scegliendo uno zaino senza personaggi dei cartoons, avrete il vantaggio di non trovarlo da marmocchi dopo qualche anno! Potrete invece sbizzarrirvi nella scelta dei quadernoni e del diario! Winx, Cars 2, Transformers... tutti saranno ottimi compagni di banco! 

Io e Sbirro vi auguriamo un buon inizio anno scolastico, soprattutto a chi inizia per la prima volta una scuola nuova! 







4.9.11

On the Lake!

INVITO A...
La scuola sta per ricominciare e l'autunno è ormai alle porte. Quale occasione migliore per impegnare uno dei prossimi weekend settembrini per crogiolarsi all'ultimo tepore estivo? Il lago di Garda bagna le Province di Brescia, Verona e Trento, se siete di queste zone, siete tutti invitati!
... Chi non vuole rinunciare all'estate!
... Chi indossa maschera e boccaglio nella vasca da bagno!
... Chi ha enerGia da vendere!

INFORMAZIONI GENERALI
Il lago di Garda è un luogo incantevole, in cui molte creature del mondo delle fiabe trascorrono le vacanze: nelle limonaie, sotto le rocce lunari, nelle grotte e nelle antiche ville affacciate sul lago.
Le sue dimensione ampie danno l'impressione al visitatore di trovarsi su un lido marittimo, più che lacustre. Anche le sue acque sono cristalline, offrendo mille splendide occasioni di tuffi e giochi in acqua. I regni che si affacciano sul lago sono tanti e convivono in pace, anche se Saryna, Sbirro e il Principe Azzurro Scuro hanno voluto giocare alla guerra dei pirati! Il clima mite regala giornate soleggiate e temperature sempre accoglienti, seppur un po' appiccicose... :) Motivo per gettarsi in acqua ogni cinque minuti!

PER NON ANNOIARSI
Se avete voglia di divertirvi, ragazzi... NON C'E' POSTO MIGLIORE! Si tratta solo di capire, quali siano le vostre preferenze!

Per chi desidera un mix di allegria, fantasia e avventura, Gardaland fa proprio per voi!

Per chi vuole... scivolare e stare... annacquato! Caneva o tanti altri parchi acquatici!

Siete appassionati di Cinema? Movieland fa per voi... magari non la casa dell'orrore... ehm...
PAUUUURAAAA!

Se questi sono i parchi più famosi e conosciuti, ce ne sono tanti altri che vi stanno aspettando, a prezzi e dimensioni più contenute. Inoltre, giardini botanici, parchi safari e ristoranti a tema renderanno il vostro soggiorno inaspettato e ogni giorno diverso! Qui trovate un riassunto di tutte le offerte più strepitose... ve lo dicevo che è un posto incantato, siete d'accordo??
Se i grandi parchi tematici non fanno per voi, in ogni paese affacciato sul lago troverete alternative per tenervi attivi: scuole surf, pedalò a noleggio, rent-a-bike e tanto altro... cosa aspettate?
Una giornata culturale (ma molto divertente) potrete trascorrerla a Gardone Riviera, visitando il Vittoriale, ovvero la residenza del pazzo poeta, scrittore, attivista e giornalista Gabriele d'Annunzio, trovate maggiori info seguendo il link, che ho lasciato nella sezione "Per mamma e papà". Credetemi, non si tratta della solita casa!

PER LA PAPPA

Come anticipato, nella zona dei parchi e al loro interno si trovano parecchi ristoranti tematici. Un esempio? Medioeval Times, dove assisterete a una giostra medioevale con cavalieri e dame. Fuori casa non mangiate altro che Happy Meal? Fatevi portare a Desenzano dove, proprio all'uscita dell'A4, troverete un McDrive dallo stile contemporaneo ed essenziale. Se avete voglia di un posto dove potervi sfogare in una corsa o giocare a nascodino fra una portata e l'altra, fate vedere a mamma e papà questo sito, ci sono molti agriturismi, dove assaggiare le prelibatezze della zona! Gnam!







PER LA NANNA

Il lago offre molte soluzioni, per tutti i gusti e per tutte le tasche, anche se, in linea di massima, il Garda è piuttosto caro.
Come sempre, niente è più comodo per una famiglia di un appartamento in affitto, in modo da poter gestire tempi e capricci culinari dei piccoli mostri di casa. Anche se... un vero hotel da favola potrebbe avverare molti desideri! Date un occhio qui!
Diventare una principessa, un corsaro o dormire in una camera mAGica sarà davvero possibile! Se mamma e papà preferiranno una soluzione più tranquilla, ma comunque vicina ai fantastici parchi del Garda, su questo sito, troverete tutte le informazioni utili per il vostro soggiorno.
Sbirro, che al lago si diverte come un pazzo a riconcerrere i ricci e salire sugli ulivi, in casa non fa altro che dormire... qui lo vedete in uno dei suoi pisolini quotidiani!



PER MAMMA E PAPA'
A casa del poeta.
Se i bimbi hanno bisogno delle terme.
Per non rinunciare al bagno, anche d'inverno!
Info generali.