Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

Pagine

7.12.10

Aspettando il Natale...

In una fredda notte di un dicembre lontano, una piccola luce si accendeva ogni sera alla stessa ora, nella casa bianca alle porte del paesino. Dalla finestrella, si poteva scorgere un tavolino di legno, illuminato da una candela mezza consumata, dove un bimbo con il cappotto scriveva su un foglio. Nella cameretta non si scorgeva altro che un letto sbilenco, con una coperta rattoppata di pezze smunte e irregolari, da cui sbucava un minuscolo orso di panno: Miro. Il bimbo scriveva con cura, seguendo le righe stampate sul foglio, quando una donna entrò nella stanza, gli diede un soffice bacio sul piccolo naso arrossato, ripose la penna nell'astuccio in legno e rimboccò la vecchia coperta al bimbo, che prima di mettersi a letto con il suo cappotto marrone e con Miro, invitò la mamma a pregare con lui. La finestrella diventò subito nera e la porta si richiuse piano, lasciando una sottile fessura di luce gialla lungo il pavimento.
Gli occhi del bimbo con il cappotto si abbandonarono a un sonno tranquillo, pieno di sogni e Miro, sicuro che il suo padroncino fosse ormai addormentato, sgattaiolò fuori dalla coperta e con mille e un passettino raggiunse il tavolino, sedendosi sul foglio a righe. Dalla finestra filtrava qualche raggio di luna, accentuato dai riflessi luminosi della neve, permettendo a Miro di leggere quanto appena scritto dal bimbo con il cappotto...

Caro babbo, 
è tanto bello questo dicembre qui a casa! Gli alberi del vialetto sono pieni di neve e si può scivolare sul ghiaccio. La mamma mi ha cucito dei guanti bellissimi: sono di tutti i colori e non sento quasi freddo. Vorrei tanto che tu fossi qui, per giocare con te a palle di neve e far crescere un grande pupazzo nel parco vicino alla scuola. Presto scriverò la mia letterina e so già cosa desidero! Chiederò di farti tornare dalla guerra e restare sempre con noi!
Se la mamma avrà i soldini per il francobollo, presto ti manderò questa lettera. Ti voglio tanto bene. 


Miro tirò su con il naso cucito di filo nero. Il suo padroncino aveva bisogno del suo aiuto. Un guizzo di luce rosata brillò nella cameretta e una piccola stella si posò sul tavolino, davanti a Miro. - Ciao Miro, che cosa posso fare per te? - chiese gentilmente la stellina. Miro spiegò all'amica la situazione e la stella ascoltò attentamente, fino a quando prese a brillare ancora più forte, illuminando ogni angolo buio della cameretta e facendo luce anche giù in strada. Veloce come un lampo, la stella schizzò fuori dalla finestra, sotto lo sguardo vigile del gattone del vicino, che seguì il bagliore con i suoi grandi occhi gialli e furbi. Il bimbo dormiva con il suo cappotto, stringendo un lembo della coperta, a cui Miro si sostituì gentilmente, con un gesto impercettibile. La notte piano piano ritirò il suo mantello dai tetti, dalle strade e dagli alberi intorpiditi dal gelo e sbiancati da una leggera coltre di neve, che continuava a cadere dal cielo sempre più chiaro.
Il mattino salutò il paesino con un freddo pungente, nel giorno della Vigilia di Natale. Il bimbo con il cappotto schiuse gli occhi, quando la voce della mamma arrivò fino alla sua cameretta. Un sorriso grande illuminò il suo faccino pallido alla vista della neve e dopo essersi lavato, prese il latte bollito sulla stufa con la mamma. Riordinato il suo letto, prese a disegnare con qualche pastello il suo foglio a righe e lo ripiegò con cura. Portato il foglio alla mamma, le chiese di inviarlo al babbo, ma la donna, con uno sguardo affranto, spiegò al bimbo che i pochi soldini rimasti erano serviti a pagare la mezza gallina per il giorno di Natale, quando sarebbe arrivata anche la nonna a pranzare con loro. Il bimbo rispose con un sorriso, per non rattristare la mamma e riportò la letterina nella sua camera, affidandola alle braccia pelose di Miro, per poi ritornare in cucina. L'orsetto, solo sul letto, sorrise compiaciuto...
Il giorno di Natale, la stufa sbuffava, i letti erano già tutti fatti e la povera tavola era pronta, decorata con qualche ramo di pino, delle pigne e una bella candela bianca. La nonna era arrivata portando un cesto di mandarini per il suo bel nipotino, delle bianche patate bollite per il pranzo e uno scialle azzurro per la mamma. Era tutto pronto e anche Miro era invitato a tavola! Quando tutti stavano prendendo posto, bussarono alla porta. Le facce sorprese si guardarono e il bimbo corse alla porta spalancandola, scoprendo il suo regalo tanto aspettato: "Sono a casa piccolo mio e non andrò mai più via!".

Nessun commento: