Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

Pagine

14.12.10

La calma e la fretta

Romano è molto curioso. Trascorre la maggior parte delle sue giornate appollaiato alla finestra del suo appartamento, osservando la strada, la gente, le auto, il vigile che mette le multe, Callisto che porta via la spazzatura e i capricci dei bambini, che si fanno trascinare urlando a squarciagola. Anche oggi è possibile intravederlo dal viale degli Ippocastani, mentre guarda dall'alto in basso la vita del paesello. Sembra che sia particolarmente attirato dalla signora Mariolina, la quale, con non troppa eleganza, sta cercando disperatamente di pulire la suola del suo stivaletto in camoscio, rovinosamente finito sulla cacca di Attila, l'American Staffordshire del fruttivendolo. Sembra quasi che ne sorrida compiaciuto. Romano è un tipo veramente pigro, quindi, quando non curiosa nella vita degli altri, trascorre il suo tempo sulla poltrona in pelle color tabacco dove, una coperta in calda lana bianca è stata posta per accontentare i suoi lussuosi bisogni da viziato. Anche in casa, la sua accidia è silenziosamente fastidiosa. Affondato nella candida coperta, scruta con sguardo inquisitorio i gesti dei suoi famigliari, che accolgono il lavativo, quasi felici di poter gioire della sua pesante presenza in casa.
Quando il pigrone abbandona il suo caldo trono di bambagia, lo fa per un preciso e impellente bisogno, come nutrirsi e andare in bagno. In queste occasioni rarissime, i suoi movimenti sono noiosamente lenti e faticosi, vederlo raggiungere la meta è quasi una liberazione. Un passo e un altro, un altro passo e un altro ancora, uno... due..., uno... due... Tornato alla sua postazione alla finestra, Romano viene attirato dal camioncino della nettezza urbana. L'operatore ecologico indossa una tuta grigia, con catarifrangenti giallo shock, motivo forse dell'interesse suscitato in lui. Proprio mentre l'uomo stava caricando l'ultimo sacco, Callisto compare sul ciglio opposto della strada e preso da uno scatto, comincia a correre e correre con la bocca spalancata in qualche imprecazione. " Che cosa gli passa per la testa? Tutta quella fretta, ma per cosa poi?" pensò Romano flaccidamente. Ed ecco, che affrontata eroicamente la strada e i vari piloti stressati del lunedì mattina, prontamente Callisto afferra il sacco nero del bar e comincia a ricorrere il camioncino della nettezza urbana, ormai avviato verso un nuovo punto di raccolta. Scatto, corsa, devia la signora Mariolina, dribbla l'aiuola, scavalca Attila, sorpassa il Michelino con il monopattino, raggiunge Miscell, la ragazza dell'edicola (un pensiero di Romano si sofferma su quel nome, sull'atrocità di quell'ortografia e un lungo sospiro di sollievo sbuffa via quel pensiero), scivola sulla lastra di ghiaccio rimasta dall'ultima nevicata ed ecco, lancia il sacco nero che svolazza sopra le chiacchiere mattutine del viale e cade nel furgoncino, ignaro del nuovo carico. Callisto è completamente soddisfatto e Romano ridacchia dello spasmo e del rossore del maldestro barista.
Uno scrosciante rumore distoglie gli occhioni di Romano dalla scena, richiamandolo a una necessità ancora più forte della sua curiosità: l'appetito. Sono le crocchette dentro alla loro busta ermetica che, in un tintinnio croccante, stanno ricadendo nella ciotola! Romano sfodera il suo passo più veloce e con la sua andatura, raggiunge la sua ciotola con la coda dritta e sollevata, leccandosi i baffi per il prossimo spuntino.

Nessun commento: