Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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1.2.11

Eliseo - Alla collina della luna storta

Eliseo, un vampirello di poche centinaia di anni, sembrava un cucciolo di umano come tutti gli altri. Su di lui, il trattamento schermante contro i raggi solari funzionava molto meglio che sulla sua famiglia, permettendogli di passeggiare in pieno sole senza cappe o mantellacci neri. Bastava un po' di banalissimo schermo totale, con cui tutte le mamme umane impiastricciavano i loro figli al mare, per prevenire le ustioni. Ovviamente, i suoi occhi color argento dovevano essere protetti dai temibili raggi solari, quindi, Eliseo portava un paio di occhiali da sole super hi-tech, in grado di proteggerlo dai raggi UV, adeguarsi alla diversa intensità di luce e grazie alle lenti anti-riflesso, concedergli di guidare senza difficoltà anche di notte. Quest'utlima caratteristica tornava utile a Eliseo per i suoi rarissimi voli notturni, quando andava a studiare le costellazioni o gli spostamenti delle falene con il suo papà. Anche il suo incarnato stava assumendo un colorito più "umano", tanto che ormai da lungo tempo, non aveva più problemi di inserimento nelle varie classi frequentate. Restava il problema immortalità: ogni anno i suoi compagni crescevano, mentre lui rimaneva sempre lo stesso vampirello. A questo, aveva rimediato nonna Gorizia con un piccolo incantesimo. Ogni volta che uno dei de Vinis incontrava un umano, la memoria di quest'ultimo andava in una sorta di stand-by, così che i vampiri apparissero sempre aggiornati al passare del tempo.
Quel pomeriggio di gennaio, il sole d'inverno sembrava più intenso che mai ed Eliseo aveva abbondato con la crema solare al profumo di carota, lasciandosi alle spalle una dolce scia di profumo. La passeggiata fino alla sua vecchia casa si rivelò molto interessante e trovò un sacco di materiale per le sue ricerche: sei cristalli di silicio perfettamente trasparenti, una tana di lepri a cui scattò parecchie fotografie, un mazzo di stelle del mattino e un nido di ballerina bianca di cui fece un ottimo schizzo sul suo taccuino. In prossimità del castello, lo aspettavano invece i suoi inseparabili rospetti, perchè, contrariamente agli umani, i vampiri amano questi animali come noi amiamo  cani, gatti o criceti grassottelli. Non è strano trovare acquari con rospi o rane nelle camerette dei giovani vampiri e anche Eliseo, ormai da due anni,  si prendeva amorevolmente cura della sua rospa. Giunto sino al portone principale, Eliseo notò con curiosità alcune "modifiche", probabilmente apportate dal nuovo inquilino. Lo stesso portone, che per secoli aveva servito da ingresso, era stato sbarrato alla meglio, con assi di vecchie cassette per la frutta e così anche tutte le finestre del primo piano. Eliseo fu perciò costretto a raggirare l'intero palazzo, cercando di farsi strada nel groviglio di sterpi che avevano raggiunto un'altezza considerevole... esisteva veramente qualcuno che amasse i rovi più di sua nonna Gorizia?! Dopo la faticosa attraversata fra le erbacce, il vampirello si rimise in ordine, per apparire più presentabile agli occhi del nuovo padrone di casa e gettando uno sguardo sbadato all'orto, si accinse a suonare il camp... no, il campanello era scomparso! Al suo posto, un cumulo di scotch marrone che rendeva impossibile l'annuncio di una qualsiasi visita! Eliseo si grattò la testa, diede un'occhiata ai piani superiori allontanandosi un poco dalle mura perimetrali. Niente. Nessun rumore o segno di qualsivoglia presenza. Si era forse trasferito altrove? Chissà....

Mentre Eliseo prendeva la via del ritorno, all'interno del castello due occhi vitrei lo osservavano attentamente, controllando in maniera meticolosa tutta l'attrezzatura che il vampirello si portava appresso: un cappellino, un binocolo al collo, uno zaino multitasche da cui spuntava una grande lente di ingrandimento, una borraccia e una digitale compatta in mano...
- Quel moccioso è venuto a controllarci Moby Dick, ma noi l'abbiamo scoraggiato, eh eh! - sputacchiò il sig. Fanguel, rivolgendosi al suo fidato pesce rosso. Nonostante il vecchio scapolo odiasse tutti i bambini, Eliseo esercitava una sorta di fascino su di lui, forse per via della sua "razza" particolare o i suoi hobby, così inusuali per un bambino moderno. Infatti, restò a guardare il piccoletto fino a quando la vista dal castello glielo permise, quasi per rassicurarsi che non gli accadesse nulla. Subito dopo, quasi riprendendosi da uno strano stato di trance, il sig. Fanguel riprese la sua monotona routine quotidiana. A quell'ora del pomeriggio (di ogni pomeriggio della settimana, del mese e di tutto l'anno!) il sig. Fanguel si dedicava a uno dei suoi passatempi preferiti, la lettura delle cronache dei monarchi francesi del passato, attività che gli garantiva di impiegare gran parte del suo tempo libero. Ciò che risultava ancor più improbabile era che, una volta terminati tutti gli annali di tutti i monarchi sino al fatidico 1789, il sig. Fanguel riprendeva in mano il primo volume e con aria soddisfatta e curiosa, rileggava nuovamente tutta la storia di Francia. Anche quel giorno, non mancò il suo appuntamento alla scrivania della biblioteca divenuta la sua postazione pomeridiana, da quando si era trasferito nel castello. In effetti, quando viveva nell'appartamento del sig. Palmì, le sue storiche letture si limitavano ai volumi dell'enciclopedia collezionati dalla madre con i punti del supermercato. Il castello aveva aperto i suoi orizzonti! I vecchi proprietari avevano fatto una selezione dei libri custoditi in biblioteca, portandosi via soltanto quelli ritenuti più interessanti e lasciando il resto a disposizione del nuovo inquilino, rendendolo, inconsapevolmente, l'uomo più felice al mondo.

Sulla strada verso il sua casa-mobile, Eliseo pensava a dove poteva essersi cacciato il sig. Fanguel, ragionando a voce alta...
- Uno non può comprare un intero castello, per poi decidere di trasferirsi altrove dopo qualche mese, certo, il puzzo di rospo è abbastanza intenso, ma doveva aspettarselo! Non capisco poi tutte quelle assi inchiodate alle finestre... secondo me c'è qualcosa che quel sig. Fanguel tiene ben nascosto... e sono certo di poterlo cogliere di sorpresa! E sicuramente... - quando Eliseo si lasciava trasportare dalla corrente dei suoi pensieri, somigliava molto alla mamma Floflò, due veri chiacchieroni! La mamma, però,  inondava con le sue parole tutti i malcapitati che avessero solo accennato un cenno di saluto, mentre Eliseo era un bimbetto molto riservato, quasi taciturno, eccezione fatta per la sua preziosa amica Geppi. Così, deciso a condividere con lei le sue macchinose riflessioni, invece di tornare a casa, si diresse verso la piazza.
- Il mio amihco Ely! Hcome tu stai? L'è un po' hche non ti si vede!
- Ciao Geppi! Ascolta... devo raccontarti qualcosa... - declamò Eliseo senza troppe chiacchiere.
- Ossuvia, dimmi tappetto...
- Oggi sono stato dal sig. Fanguel e...
- Maremma! Ma hche tu te sei impazzito??! Tu non lo sai hche quello l'è un po' matto?
- Ascoltami un poco Geppi! Lasciami finire...
- Okok, te tu sc'hai ragione...
- Ci sono andato per vedere dove si è cacciato, nessuno sa più nulla di lui e a me non sembra matto... mi sembra un tipo troppo solo, ecco. Sai con la scusa di rivedere la mia stanza avrei dato un'occhiatina in giro e poi sicuramente qualcosa avrei trovato e capito, no? Perché in fondo nessuno ha mai provato a parlarci come si deve e io credo che...
- Ely, ora sei te quello che sciabatta troppo. Te sc'hai ragione, si va a hcontrollare! Non guardarmi hcosì sai! Hche hcredevi? Ovvio hche vengo hcon te, son mihca hcosì grulla!
Decisero di ripartire per il castello l'indomani, il giorno di chiusura del bar di Geppi, in modo da avere tutto il tempo di fare gli adeguati appostamenti e tenere sotto controllo tutta la zona. C'era solo un punto da cui era possibile osservare tutta la tenuta... la collina della luna storta. Come ogni altra famiglia vampiresca, anche i de Vinis avevano il loro luogo magico, dove, in un tempo lontano e lontano, gli avi di Eliseo compivano i loro riti per scrutare le menti, il passato e il futuro.... e altre cose da far rabbrividire! Nonostante fossero passati secoli da quelle pratiche, la collina in questione era rimasta un luogo di sventura, dove nessuno avrebbe mai pensato di accamparsi per un pic-nic! Non era però il caso dei due amici curiosi che, vista l'inaspettata bella giornata si portarono un cestino pieno di verdure e bistecche di soia... che sembravano più di plastica, a dire la verità. L'amicizia fra Eliseo e Geppi nacque proprio per le richieste di cibo "bio e green" del vampirello, un'abitudine inconsueta per un ragazzino! Spiegando i motivi delle sue scelte alimentari, Geppi non poté credere alle sue orecchie. Aveva conosciuto un vero vampiro... insomma, uno come quelli di Twailait! Da buona zitella si era appassionata alla saga per adolescenti e aveva riletto tutti i libri 5 volte e rivisto tutti i film, una sera a settimana per circa 10 lunghi mesi. In principio fu una tortura per Eliseo. Ogni volta che entrava al bar, doveva sorbirsi un interrogatorio serrato della proprietaria, con relative ispezioni dell'incarnato, dell'iride, dell'odore, eccetera eccetera... Poi, la povera zitella si quietò e si beò di poter avere un cliente vampirello. Eliseo trovò in Geppi una sorta di sorella maggiore, ma soprattutto un'umana divertente... ce n'erano davvero pochi così... tutti si credevano così fastidiosamente saputelli e dotti! Geppi era semplice, chiacchierona e adorava ascoltare tutte le scoperte naturalistiche del tappetto.
Sgranocchiando le bistecche in similplastica, Eliseo preparò il suo telescopio, puntandolo verso il castello. Geppi continuava a gesticolare, raccontando di Esclipx, ri-visto la sera precedente, di quanto fosse realistica la resa degli occhi dei vampiri, prestando poca attenzione alle premure di Eliseo nei confronti del suo milionario aggeggio spia-pazzi. Mentre impegnava le mascelle in un faticoso addentare di plastica cotta, Eliseo avvicinò i suoi occhi argentati all'occhiello del suo telescopio, per rimanere allibito! Dall'altra parte del tubo, si vedeva il sig. Fanguel...
- O hche tu sc'hai? Sembra hche tu abbia visto un fantasma, te tu sei abituato, no?
- Ma... ma... che fantasma! C'è il sig. Fanguel!!
- Oh grullo, non siamo mihca venuti per lui??
Senza rispondere, il vampirello ripiegò le sue labbra sottili dapprima in un sorriso e quindi in una grassa e fragorosa risata, gettando Geppi in confusione.
- MMM, fammi vedere grullo! Non si hcapisce nulla delle vostre emozioni...
Geppi non durò nemmeno un secondo e scoppiò a ridere a crepapelle! Forse Eliseo aveva ragione sul conto del povero Branchiano! Geppi non riusciva a trattenenrsi, rideva e rideva e i suoi grandi occhi color castagna si riempirono di lacrimoni. La sua risata era talmente buffa che diveniva contagiosa tanto che, anche se non c'era nulla di cui ridere, non se ne poteva fare a meno! Anche in quell'occasione, il riso durò molto più del dovuto e Geppi, ormai senza fiato, cominciò a rotolare sul prato ancora umido per la brina lasciata dalla notte...
Che cosa stava combinando il sig. Fanguel di così divertente?


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