Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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20.2.11

Eliseo - Qualcosa cambierà

Ebbene sì: l'antipatico e schivo sig. Fanguel aveva una passiona ancora più forte delle sue noiose letture storiche! Branchiano era un appassionato ballerino di Flamenco! La sua passione per questa danza nacque in occasione del suo viaggio a Ronda, quando ancora il papà commerciava fiori in giro per il mondo. Una calda sera di luglio, durante una festa popolare, Branchiano rimase incantato davanti allo spettacolo dei ballerini e delle ballerine di flamenco. Il ritmo incalzante della musica, scandito dalle nacchere e dai passi veloci dei danzatori, i colori sgargianti degli abiti, la precisione e la passione espresse da quei movimenti trasportarono il piccolo Branchiano in un mondo fino ad allora sconosciuto: la danza. Non appena rientrato dal viaggio, il bambinetto cominciò a chiedere incessantemente di poter seguire delle lezioni di danza, ma gli fu sempre vietato. Il padre fu irremovibile. Suo figlio non avrebbe mai danzato, non erano cose da uomini. Così, il sogno di divenire un ballerino fu riposto, per un bel po' di anni, in un cassetto dei sogni. Quando si tratta, però, di desideri così grandi, non è possibile rinunciarvi completamente. Così, quando il sig. Fanguel padre durante un viaggio in Patagonia decise che quella sarebbe divenuta la sua nuova patria, per il giovane Branchiano fu facile convincere la madre a finanziare qualche lezione. Fin da subito, il ragazzino si mostrò predisposto alla danza, grazie a un senso del ritmo invidiabile. Nonostante la sua naturale capacità di apprendimento di passi e figure, restava un grande scoglio da superare: il pubblico. Infatti, al suo primo e anche ultimo saggio, Branchiano fece una gran brutta figura. Ormai quindicenne, risultava ancora troppo gracile e giovane rispetto alle sue compagne, donne appesantite dagli anni e da vite monotone, da cui scappavano grazie alle lezioni di danza del mercoledì sera. Inoltre, il suo corpo esile e il suo incarnato pallido poco si addicevano a quei balli sfrenati e allegri. Forse fu proprio a causa di queste lacune che la sua esibizione si trasformò in un vero e proprio disastro. Poco sicuro della sua interpretazione, Branchiano non azzeccò nemmeno un braceo nè tantomeno uno zapateo, spesso rovinando sui piedi della povera compagna di turno (già doloranti per conto loro!). Tutto questo non bastò, tanto che lo sfortunato Branchiano, inciampando nella gonna di una delle ballerine, finì con la testa fra i faretti frontali del palco, posizione ottimale per vedere le facce del pubblico scoppiare in grasse risate. Da allora, non ci fu più lezione, corso, esibizione che Branchiano volesse affrontare. Continuò a coltivare la propria passione nei 4 metri quadrati della sua stanzetta e mai più volle mostrare le sue doti a qualcuno, nemmeno alla madre, così fiera del figlio ballerino.
Gli spazi angusti erano solo un lontano ricordo ormai, perchè dal secondo piano in su, Branchiano aveva oggi a disposizione un castello intero per volteggi, coreografie e balli sfrenati! La sua ostinazione non gli permise comunque, di accogliere almeno una ballerina, per dare un senso a quei gesti, che con una compagna avrebbero acquistato un significato più completo. Qualcosa era destinato però a cambiare...
Dalla collina le risa non erano ancora terminate, anche se entrambi gli spioni cominciavano a provare una sorta di curiosità verso i movimenti del sig. Fanguel, anche se l'immagine del contabile in calzamaglia rimaneva troppo ridicola per non ridere! L'uomo era tutto vestito di nero, in una tutina aderentissima, con un'ampia fascia in vita di un rosso scarlatto, che evidenziava un corpo magro e non più giovane, ma comunque elastico e in gran forma.
Geppi aveva smesso di ridere ed Eliseo la osservava. Non aveva più quell'aria divertita e monella, ma uno sguardo incuriosito, forse addirittura interessato, preso dall'esibizione di ballo. Eliseo le propose di scendere al castello e provare a suonare di nuovo, ma non ottenne risposta dall'amica, ormai troppo intenta ad osservare il ballerino.
- GEPPI!
- Oh via, te tu m'hai fatto prendere un colpo!
- Per forza, non ci senti più! Vuoi venire a vedere se ci apre o torni a casa?
- No no! Scerto hche vengo!
Riposero tutto negli zaini e s'incamminarono sul sentiero della collina, per scendere fino alla strada verso il castello. Oltrepassarono il ponte dei rospi, che offrirono un concertino di accoglienza, arrivando presto al castello, da dove proveniva una musica spagnoleggiante a tutto volume. Provarono a suonare il campanello del portone principale, nulla. Provarono a quello sul retro, nulla. Eliseo realizzò a quel punto che, forse, il sig. Fanguel non avrebbe potuto sentire il campanello, vista la musica di "sottofondo" alle sue danze. Stava diventando una questione di principio rincontrare quell'uomo e farci quattro chiacchiere... senza contare che Geppi stava divenendo sempre più ansiosa di conoscerlo. Eliseo era indeciso sul da farsi e proprio quando stava per proporre all'amica di lasciar perdere, la musica cessò. Era la loro occasione, si rifiondarono al portone principale, perché non sarebbe stato carino farsi trovare appostati come curiosi all'entrata di servizio, suonarono alla porta e rimasero in attesa. Qualche minuto di silezio. Uno scricchiolio annunciò qualcuno alla finestra del secondo piano. Era il sig. Fanguel, che, inaspettatamente, sorrise ai suoi ospiti dicendo di concedergli qualche minuto. I due paparazzi erano eccitati e sorpresi nel contempo, forse aveva ragione sul conto del contabile!! (Geppi rise a crepapelle per il gioco di parole...)
- Buongiorno signori miei! Bentornato a casa Eliseo, le mura saranno felici di rivederti!
L'accoglienza del sig. Fanguel si rivelò calorosa e simpatica. Preparò del the verde, offrendo della piccola pasticceria ai cereali e uno squisito succo di mela, realizzato con i frutti del melo sul retro, dal sig. Fanguel in persona. Dopo i soliti e dovuti convenevoli, il sig. Fanguel rivolse la fatidica domanda:
- Che cosa vi porta al mio castello? Non ci saranno guai con le scartoffie di Laloi, vero?
Eliseo era spiazzato, non sapeva come giustificare la sua visita, programmata da giorni, ma mai rafforzata da una buona scusa che la giustificasse!
- Noi s'era a fare una jita nella natura e s'è sentito la musihca... ehm... io non sci resisto alla musihca spagnola!
Geppi aveva preso in pugno la situazione! Il sig. Fanguel arrosì per un istante, abbassando lo sguardo. Poi, preso da un coraggio improvviso, si rivolse alla donna:
- E' molto bello che anche lei abbia questa passione, personalmente è da tempo che mi diletto nell'ascolto e beh, anche nel ballo andaluso... sa, il flamenco!
Geppi aveva gli occhi brillanti, il sig. Fanguel continuò a raccontare ed Eliseo restò di sasso nel vedere come l'uno si stava dimostrando sciolto e di piacevole compangnia e l'altra, così composta nella conversazione! Dopo aver finito tutti i biscotti ai cereali, Eliseo si sentiva un po' di intralcio in quelle chiacchiere e cercò di richiamare l'attenzione di Geppi, ma risultò impossibile. Il sig. Fanguel comprese la situazione, così con il garbo e tutta la premura necessari, annunciò che si era fatto tardi e forse il piccolo sarebbe dovuto rientrare a casa. Geppi si riprese dal torpore di quel pomeriggio così interessante e ringraziò mille e più volte del the, delle paste, del racconto, del.. del del! Il sig. Fanguel accompagnò i suoi ospiti alla porta, dove, si fece ancora un po' timido e li salutò gentilmente, ringraziando della visita. Tornando a casa, i due non proferirono parola.


Geppi si sentiva felice. Non si spiegava il motivo o forse non se lo chiedeva nemmeno. Passò la serata cercando informazioni sul flamenco e sulla musica andusa... o alanduna? Poi, preparandosi per la notte, spogliando il maglioncione in lana, si accorse che nella tasca destra c'era un cartoncino. Pensò che si trattasse del biglietto da visista di qualche fornitore del bar, perciò lo buttò distrattamente sulla scrivania.

Eliseo era ancora più confuso. Appollaiato al finestrino della sua cuccetta nella casa mobile, pensava e ripensava ai repentini cambiamenti di quel pomeriggio. Se il sig. Fanguel era così di compagnia, perché mai aveva deciso di rinchiudersi in quel vecchio rudere, lontano da tutti?? E perchè Geppi si era fatta tutta civettuola durante la visita al castello? Tra qualche minuto avrebbe fatto buio, meglio dedicarsi all'osservazione delle costellazioni.... ci avrebbe capito di più che in quei due.

Branchiano era in cucina. Mai prima di quella sera aveva tardato così l'orario della cena e mai si era concesso un bel bicchiere di vino, per accompagnare la sua bistecca di soia. Quella sera però, si sentiva tranquillo e in completa pace. Nessun vino rosso gli avrebbe acceso alcun ricordo, se non quello delle labbra rosse di Geppi, che per tutto il pomeriggio aveva contemplato discretamente. Sorrise al riflesso del suo viso nel bicchiere e coccolandosi nella speranza di un sì a quel suo cartoncino, ripose il bicchiere nel tinello, posticipando le faccende domestiche all'indomani, come mai si era permesso di fare.

Che segreto nasconde il sig. Fanguel? Geppi leggerà il biglietto trovato nel maglione? Risponderà? Eliseo si sarà già trasferito nel suo nuovo loft super hi-tech? Chissà. Qualcosa è destinato però a cambiare...

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