Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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30.3.11

Aspettando il Giro...

Filippo è già in sella della sua bicicletta, una mountain bike Bianchi, come quella del nonno ciclista, ma in miniatura. Il nonno è stato un ottimo ciclista a suo tempo e con la sua bellissima bicicletta da corsa aveva percorso tantissimi kilometri e ancora non era stanco di cavalcare la sua bici per una bella passeggiata con gli amici o, meglio ancora, con il suo più caro nipotino Lippo, come tutti conoscono e chiamano il piccolo Filippo.
E' una spledida domenica mattina di Maggio, il Giro non è ancora iniziato, ma presto solcherà l'asfalto della Penisola, accedendo l'entusiasmo dei tanti spettatori. Lippo e il nonno hanno deciso di aspettarne l'inizio a loro modo, cioè uscendo per una bella e sana pedalata. Caschetti assicurati, inforcano le loro biciclette e si avviano verso il percorso ciclabile della città. Nelle borracce, il té al limone si muove al ritmo dei pedali, l'asfalto nero scorre sotto le ruote, macinando i primi kilometri. La pista ciclabile è un percorso facile, adatto a ciclisti esperti, ma anche per chi è ancora alle prime armi. Inoltre è un luogo sicuro, lontano dal traffico e dai pericoli della strada. Il nonno, ogni volta che ne superano l'ingresso, spiega a Lippo che anche sulla ciclabile è necessario rispettare un codice, in modo da tutelare la sicurezza propria e altrui. Ogni volta, Lippo lo ascolta, chiedendosi soprattutto dove il nonno trovi il fiato per pedalare e per chiacchierare al contempo!
Il falso-piano della ciclabile si snoda, per gran parte, in un paesaggio incontaminato, dove la natura offre uno spettacolo magnifico e vario in ogni stagione. Quella mattina è in scena la Primavera: nei prati verdissimi che costeggiano la striscia sottile di asfalto nero, si schiudono migliaia di macchioline chiare, qui gialle, là bianche, più lontano turchine. Sono i fiori di prato, che nessun fiorista potrà mai eguagliare nella bellezza della loro composizione spontanea e casuale. Nell'aria si respira la freschezza del mattino, ancora inumidito dalla notte appena trascorsa e il cinguettio dei passeri allieta il pedalare continuo di nonno e nipote. Il nonno riprende a raccontare, quando, dopo aver superato le fredde e fiabesche gallerie della ex-ferrovia, lui e Lippo raggiungono il tratto che costeggia il fiume. Racconta a Lippo di quando era bambino e dei tuffi dal grande masso, della pesca di trote e della caccia ai gamberi di fiume. Già, tanto tempo prima, quando nessun incubo inquinante avrebbe mai potuto guastare i giochi dei bambini. Da quel punto, le piccole salitelle si fanno più frequenti, ma l'ariolina di prima mattina che accarezza il viso è un toccasana rigenerante, che spinge i due girardengo a continuare.
Prima di raggiungere l'ultimo paese, a capo del tracciato ciclabile, rimane ancora un'ultima galleria, che è in salita e anche la più lunga. Come tutte le altre, non appena qualcuno vi accede, la fotocellula, rilevando il movimento, fa scattare le luci poste sull'asfalto, illuminando le pareti irregolari e la volta dell'ex galleria ferroviaria. Lippo aumenta sempre il suo ritmo in questo tratto e il nonno, anche questa volta, sorride discretamente alla piccola paura del nipotino. Superata l'ultima curva nel bosco, i due vedono l'ingresso del tunnel e continuando a pedalare, ne superano l'entrata, sentendo sulla pelle il freddo quasi gelato dell'aria all'interno. Qualcosa non va... le luci non si accendono! Con decisione, entrambi frenano e poggiano i piedi a terra, che succede? Il nonno rassicura Lippo, che gli si è subito avvicinato e procedono a piedi, tenendo le bici a mano. Ad un tratto, sulle pareti compaiono grandi macchie luminose, che cambiando forma scorrono sul soffitto, a terra e di nuovo sulle pareti... i due sono ammutoliti e increduli. Osservando meglio le figure, il nonno riconosce molti eroi dei suoi tempi: Bartali, Girardengo, Coppi, Binda, Magni e Moser, ma anche Gimondi, Bugno, Pantani, Gotti, Cipollini, Simoni, Bettini... anche Armstrong, Indurain e altri ancora. Lippo è a bocca spalancata e osserva incantato le figure muoversi come in un film sulle pareti della galleria. Uno spettacolo di ciclismo tutto per loro e per loro soltanto. Poi, così come erano comparse, le macchie luminose scompaiono nel buio della galleria, lasciando i due spettatori impietriti. Solo il campanello di una bicicletta richiama la loro attenzione, vista la fretta e la non troppa gentilezza della dama che la cavalcava, inferocita dal fatto che i due se ne stessero come ebeti in mezzo alla galleria. Come risvegliati da un sogno, si rendono conto di non essere al buio, tutte le luci sono infatti accese e, anzi, una funziona a intermittenza, ronzando nel silenzio del tunnel. Risaliti in sella, il nonno e Lippo pedalano fino all'uscita, dove si siedono su un muretto, ancora sconvolti dall'esperienza. La stessa dama tornando sul percorso con una busta di pane e verdura, notando il pallore di entrambi chiede se è tutto a posto, ottenendo un accenno di assenso con il capo.
- 'Sti ciclisti in coppia, son strani e poi son sempre in mezzo alla strada a dar fastidio a chi c'ha fretta!

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