Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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21.3.11

Il monte polenta

In una domenica pomeriggio qualunque, un pallido sole di fine inverno illuminava gli alberi ancora spogli e infreddoliti. Carola se ne stava nella sua stanza a giocare con Plume, il suo levriero, quando la mamma la chiamò dalla cucina:
- Carola!! Sei pronta? Dobbiamo andare!
Come ogni domenica pomeriggio, alle 13.50 Carola e i suoi genitori si stavano preparando per andare a trovare i nonni in città e purtroppo Plume dovette restare a casa, per via dell'allergia della nonna. Così, Carola lo prese in braccio, lo accoccolò nella sua coperta a pois, gli stroppicciò il musotto e gli sussurrò che sarebbe tornata presto. Plume seguì i suoi gesti attento, con le sue orecchie leggere sospese a mezz'aria: l'acqua nella ciotola, qualche croccantino, l'osso sistemato a fianco della coperta e la portafinestra socchiusa, in modo che potesse uscire a dare uno sguardo al giardino e a quella giornata di metà marzo. Era ora di partire!
L'auto era carica di pacchetti per il compleanno della nonna e in una scatola di cartone verde acqua era riposta la magnifica torta al cioccolato che la mamma aveva fatto preparare alla pasticceria più squisita del loro paesino. Carola la immaginava dentro la scatola, con la copertura lucida e i fiorellini di zucchero azzurri, la farcia morbida al gianduia e le gocce di cioccolato fondente nella pasta... mmmm! Con quel dolce pensiero, Carola si addormentò in un sonno tranquillo, pieno di splendidi sogni.
Una leccatina dopo l'altra, Plume svegliò la sua padroncina che, sorpresa, cercò di riabituare gli occhi al sole del pomeriggio. Ma Plume, che cosa ci faceva con loro? Mamma e papà, seduti su una panchina poco distante, chiacchieravano con i nonni, mentre lei e Plume se ne stavano sdraiati su una morbida coperta scozzese, all'ombra di un'alta betulla. Davanti a loro il terreno si innalzava dolcemente, formando il Monte Polenta, una cunetta in mezzo al parco delle mura, così chiamato per via del colore della terra sulla sua cima priva di erbetta. Osservandolo da vicino, il Monte sembrava davvero imponente, quasi come una collina vera! Carola non aveva mai notato quanto fosse grande, nonostante andasse in quel parco da molto tempo. Mentre faceva questi pensieri, la bimba non dava retta a Plume, il quale, scodinzolante, correva in lungo e in largo attorno ai piedi della collinetta. Non ottenendo risposta dalla sua padroncina, Plume le piombò addosso riempiendola di baci e interropendo i suoi pensieri.
- Ok Plume, vengo, andiamo a vedere ciò che hai trovato e per quale ragione fai tutto questo baccano...
- Non crederai mai a quello che ho visto!
- Bene, adesso mi fai vedere e... Oh mamma! Ma ma...
Plume la guardò con i suoi occhi neri vispissimi e acquattandosi a terra, la invitò a seguirlo. Carola ancora un po' confusa da ciò che avevano sentito le sue orecchie, gettò uno sguardo alla panchina dove la sua famiglia continuava a chiacchierare tranquillamente. Tutto era così incredibile, ma Carola decise di seguire Plume e verificare la sua scoperta. Girando attorno alla collina, sotto un cespuglio di siepe i due trovarono una grande buca, simile a quelle delle marmotte in montagna, ma molto più ampia. Senza esitare Plume si infilò all'interno della buca, seguito a ruota da Carola che, curiosa, era ben decisa a proseguire. Dopo qualche dozzina di passi nel buio più completo, Carola aprì i grandi occhi blu in un ambiente mai visto prima.
Una luce dorata e calda illuminava le immense volte della grotta, le colonne altissime, decorate con capitelli e le immense lastre del pavimento. Nell'aria c'era un profumo gradevole, così intenso da poterlo assaporare, tanto che Plume si leccava i baffi come se avesse l'acquolina in bocca. Quell'odorino ricordò a Carola i pranzi domenicali, la tavola imbandita e... qualcosa che proprio non riesciuva a delineare. La maestosità e il silenzio di quel luogo lasciò i due compagni di gioco a bocca aperta... Con un po' di esitazione, Carola e Plume mossero qualche passo, cominciando a sbirciare qua e là, senza capire dove potessero trovarsi. Tutto risplendeva di un giallo dorato, ma la luce non proveniva da nessuna fonte luminosa. Non c'erano candele, nè lampadari o torce, era come se filtrasse dalle pareti, anch'esse molto strane perché più simili a spugne che a muri in pietra o in cemento. Dopo molto vagare fra le colonne dell'immenso salone, Carola si rendette conto di non avere più al suo fianco l'amico fedele:
- Plume! Plume! Ma dove ti sei cacciato? Plume! Uffi, si mette sempre nei guai e io resto sola... in questo posto tutto giallo, senza nemmeno sapere dove possa essere finita... Plume, dove sei Plume?!
In fondo al colonnato, sulla parete opposta all'ingresso del salone, Carola intravide la coda del suo cagnilino infilarsi in un piccolo portone, o meglio, sembrava lo sportello di un forno più che un portone...
Carola cominciò a correre per seguire Plume e quando superò lo stesso sportello, si trovò in un'altra sala immensa, in cui al centro il pavimento... bolliva! Un piccolo camminamento permetteva di fare il giro della sala circolare, ma al suo centro il materiale spugnoso di cui era fatta tutta la grotta ribolliva piano piano, rilasciando grandi nuovole di vapore caldo. Il profumo che avevano sentito nella sala con le grandi colonne, qui era fortissimo e accese il ricordo mancante di Carola: la polenta! Tutta la grotta era rivestita di morbida e calda polenta gialla! Plume, con il suo olfatto da segugio, aveva già approfittato e comodamente seduto lungo il bordo della sala circolare, aspettava soddisfatto che il ribollire della polenta ne facesse strabordare un poco, per mangiarsela in un sol boccone! Mentre Carola prendeva posto accanto a Plume, intravide qualcosa di colore scuro emergere dalla polenta. Solo quando una di queste creature si arrampicò sul bordo del grande paiolo, Carola si rese conto che si trattava di piccoli funghetti in grado, non solo di muoversi, ma persino di parlare!
- Buongiorno cari amici, benvenuti nel Monte Polenta, un resort vacanze per personcine ben selezionate! - disse il funghetto con tono altezzoso.
Carola, ancora incredula, rispose gentilmente al funghetto con un saluto cordiale e Plume gli diede una bella leccatina di benvenuto.
- Sarete miei ospiti ogni volta che lo desidererete: potrete fare rilassanti bagni di vapore qui nel Paiolo turco, oppure farvi una nuotata nella Pirofila esterna, in cui la polenta raggiunge una temperatura molto gradevole, adatta al nuoto e agli sport acquatici, sapete ci sono anche dei corsi di polenta-gym! Ma ora seguitemi, vorrei mostrarvi le vostre stanze - il funghetto s'incaminnò verso una scaletta, che li condusse nella hall di quello che sembrava un vero hotel di lusso. Prese una grande forchetta e proseguì su un'altra rampa di scale.
- Eccoci, questa è la vostra suite, per aprire la porta, inserite la forchetta nella serratura e mangiatevela! Sono certo che il vostro soggiorno, presso il nostro resort, sarà delizioso! - così dicendo scomparve in una parete che lo sommerse. Carola e Plume non se lo fecero ripetere e mangiata la serratura, aprirono la porta della loro meravigliosa camera: un lettone gigante rotondo si trovava al centro e davanti a una finestra immensa, c'era una ciotola idromassaggio! Giocattoli, ossa per Plume, nutella da spalmare su tutta la stanza per poi gustarsela comodamente sdraiati sulle sedie del terrazzo, c'era tutto quello che avrebbero potuto desiderare! Se qualcosa fosse mancato, puntando un timer come quello del forno della mamma, era possibile chiamare il servizio in camera.
Dopo essersi pappati gran parte della loro stanza, che ovviamente si rigenerava al'istante di nuova e morbida polenta al formaggio o con l'arrosto, Carola uscì sul grande terrazzo e vide mamma, papà e i nonni seduti sulla panchina. Ma non si erano accorti che lei e Plume non erano più lì? Tanto meglio, avrebbe potuto godersi il suo soggiorno al Monte Polenta Resort! Proprio in quel momento, il funghetto bussò alla porta della suite e annunciò che sarebbe stato grato di avere Carola e Plume alla cena di gala, organizzata quella sera. Sembrava un'idea fantastica! Così, dopo un pomeriggio rilassante, i due amici si presentarono puntualissimi nella hall dell'hotel, in attesa di sapere dove si sarebbe tenuta la grande cena. Il funghetto non mancò l'appuntamento e li guidò fino al Vassoio di Gala, il ristorante dell'hotel. La cena fu splendida, soprattutto perchè superò le aspettative di Carola, convinta di continuare a mangiare polenta per tutta la sua permanenza al monte. Invece, la tavola era imbandita di ogni leccornia: pasta, risotti, insalate, verdurine al vapore, pesce e dolci! Anche se tutto sembrava fatto di polenta, il sapore e la consistenza dei cibi era la stessa del mondo reale. Dopo la cena, il funghetto che li aveva accompagnati e assistiti durante tutta la giornata, si alzò e richiamò l'attenzione di tutti i presenti:
- Buonasera a tutti e grazie per essere qui questa sera. E' con onore che consegno questo riconoscimento ai nostri ospiti di oggi, Carola e il suo fidato Plume. Sempre meno spesso osserviamo un rapporto così meraviglioso fra una creatura umana e un rappresentante della natura e quindi con vero piacere consegnare la Ciotola D'oro ai due amici! Prego, venite!
Carola era rossa dall'imbarazzo, ma Plume spinse il suo naso umido nella mano della bambina, che si convinse e si avvicinò al funghetto per ritirare il suo premio. Il funghetto spiegò che la Ciotola era un regalo molto prezioso, in grado di trasportare i due amici in luoghi meravigliosi, proprio come il Monte Polenta, senza che nessuno dei grandi potesse accorgersi della loro mancanza. Ogni volta che Carola avesse servito un po' di polenta al piccolo Plume, la Ciotola si sarebbe attivata per far viaggiare i due amici. Carola ne era entusiasta e Plume ancor di più: la Ciotola sarebbe stato un ulteriore modo di mangiucchiare qualche spuntino extra :) Ringraziando mille e più volte tutti i presenti, Carola e quel mangione di Plume si ritirarono nella loro magnifica suite e forse per il pasto troppo abbondante o per tutti quei trattamenti rilassanti, ceddero in un dolce sonno ristoratore.
Quando Carola si svegliò, si trovava sul divano a casa dai nonni e Plume non era con lei. Al primo istante, ne restò delusa, convinta che tutta l'avventura di quel pomeriggio fosse solo un lungo sogno. Poi, quando si sedette a tavola per la cena, capì che si sbagliava. Il nonno la chiamò dal salotto per accompagnarla a lavare le mani e le diede un piccolo pacchetto giallo:
- Questo è un pensierino, l'ho vista ieri al negozio e ho pensato a te e a Plume - disse il nonno con un bel sorriso, grazie alla sua nuova dentiera fiammante.
Scartato il pacchettino, Carola trovò una bella ciotola gialla, con un aereo disegnato dentro, proprio uguale a quella ricevuta in dono alla serata di gala...

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