Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

Pagine

25.3.11

Le Printemps e il Ranabimbo

C'era una volta il bambino ranocchio. Nessun'altro bambino voleva giocare con lui e nessun adulto poteva sopportarne l'aspetto malaticcio e mesto. Aveva la pelle pallida, di un colore giallastro-verdognolo, come quella dei bambini malati di qualche virus violento e temibile. I suoi occhi spenti non lo aiutavano a scuola, dove gli insegnanti spesso lo riprendevano per la sua apparente disattenzione. Nessuno sembrava interessarsi al bambino ranocchio e quasi nessuno ricordava il suo vero nome, ormai sostituito da Ranabimbo.
Ranabimbo andava a scuola a piedi e partiva così presto da non incrociare nessun altro bambino per evitare almeno per quel quarto d'ora, gli scherzi e i dispetti dei suoi compagni. In realtà, nessuno osava avvicinarsi a lui, perciò tutto si limitava a risatine sotto i baffi, a parole sussurrate nell'orecchio e a stupidi giochi. Durante l'intervallo, tutti i bambini scendevano di corsa in giardino, ma Ranabimbo se ne stava in classe, apriva uno dei suoi libri e leggeva, come se non gli fosse bastata l'ora di lezione precedente e quella che sarebbe inziata poco dopo. Quando la sua classe scendeva al piano interrato per raggiungere gli spogliatoi della palestra per prepararsi all'ora di Educazione Fisica, Ranabimbo chiudeva la fila e si cambiava per ultimo, nessuno avrebbe voluto condividere lo spogliatoio con lui e nessuno l'avrebbe voluto in squadra a palla prigioniera, perché era quasi ovvio che portasse sfortuna. Così, gli veniva assegnato il ruolo di arbitro e ogni volta, Ranabimbo raggiungeva la linea di metà campo e lì trascorreva tutta l'ora di ginnastica, mentre gli altri giocavano, sfogando tutto il loro entusiasmo.
Un giorno, l'insegnate di Educazione all'Immagine entrò in classe con un bel sorriso smagliante, aprì le finestre e squittì allegra che la Primavera era arrivata in paese e con essa il periodo del Parco-inventa. Ogni anno, la scuola partecipava al concorso Parco-Inventa e tutti i bambini avrebbero potuto presentare il loro capolavoro ispirato al Parco e al risveglio della natura in quella splendida stagione. Tutti si misero all'opera e crearono delle meravigliose composizioni di colori e forme: Charlotte disegnò il volo leggero delle farfalle, usando mille colori pastello; Didier scelse di rappresentare la magnolia in bocciolo della zona est del parco, contrapponendo la delicatezza di quei fiori alla robustezza dei rami; Georgette decise che nulla avrebbe meglio rappresentato la primavera come gli anatroccoli della coppia di germani reali. Il concorso era un'occasione di trascorrere all'aria aperta qualche ora, da dedicare a schizzi e studi dei soggetti da rappresentare. Poi ci sarebbero state due settimane in cui lavorare ai propri progetti, sfruttando i consigli di diversi artisti, invitati a partecipare ai laboratori pomeridiani, organizzati dalla scuola. Tutti lavoravano freneticamente, con la convinzione di aver realizzato il disegno vincitore. Tutti tranne uno: Ranabimbo. I compagni avevano cominciato a prenderlo in giro fin dalla prima uscita al parco quando, attraversando il ponte giapponese, videro una famiglia di ranocchie nella frescura delle nifee. Tutti erano convinti che avrebbe realizzato un ritratto delle rane e alle solite nenie, aggiunsero un "cra-cra" ad ogni suo movimento.
I disegni furono consegnati all'insegnate, che assegnò un numero ad ognuno, in modo che il giudizio non fosse condizionato da eventuali simpatie verso i bambini. In cambio, ogni partecipante ricevette un biglietto con il numero associato al proprio capolavoro, in modo da poter conoscere la loro posizione in classifica alla fine del concorso. Dopo una settimana, i risultati sarebbero stati pubblicati sulla grande bacheca nell'atrio della scuola. Tutti li aspettavano con ansia...
Quella settimana passò molto in fretta, viste le molte verifiche da fare e le diverse interrogazioni, che fecero fioccare votacci un po' per tutti. Ranabimbo ottenne i suoi soliti ottimi voti, anche se gli insegnanti non mancavano mai di rimproverarlo per qualcosa: perchè non ci metti un po' di entusiasmo? Perchè scrivi tutto con il nero? Nelle ricerche potresti fare qualche titolo colorato... perchè non lavori in coppia con qualcuno? Perchè, perchè, perchè? Ranabimbo non rispondeva, si limitava a qualche cenno di assenso con il capo, senza dare nessuna soddisfazione alle insegnanti, falsamente interessate alla sua situazione. L'avevano anche spedito dalla Psicologa e presto avrebbe dovuto iniziare a seguire le sedute di terapia... oltre alle lezioni di yoga per liberare il su spirito e ai colloqui con il Don di Religione, per dare pace alla sua anima.
Il giorno tanto atteso arrivò. Se solitamente i bambini cominciavano a vociare nel cortile della scuola soltanto alle 7.45, quel giorno alle 7.30 erano già tutti all'assalto del portone grigio-azzurro. Fra tutto lo spingere e il gridare, gli insegnanti non riuscivano ad entrare e il bidello Genny fece la voce grossa per ristabilire l'ordine, annunciando che il Preside in persona avrebbe annunciato i risultati dalla finestra del suo ufficio, proclamando i tre vincitori dei premi previsti, ancora sconosciuti. Alle 7.50, la finestra del Preside si aprì, richiamando il silenzio in tutto il cortile, ma quando si affacciò la signorina Dada, l'insegnate di Educazione all'Immagine, tutti ripresero a chiacchierare. Un acutissimo suono del microfono riportò il silenzio e la signorina Dada annunciò la descrizione dei premi:
- un microscopio scientifico al terzo classificato;
- un abbonamento alla rivista nazionale di natura e scienze al secondo classificato;
- un'intera giornata al planetario della città al primo classificato!
Nessuno era interessato a quei premi, ma tutti volevano vincere per sentirsi più bravi dei compagni. Nessuno tranne uno e voi sapete di chi si tratta. Dopo l'annuncio dei premi, il Preside raggiunse la finestra, aprì un foglietto di carta gialla e si schiarì la voce. Tutti erano con il fiato sospeso. Il terzo premio, per i colori e la vivacità; seguì un applauso fragoroso; il secondo premio, attribuito per la tecnica, nuovamente coronato da un potente battimani e infine... il primo premio! Si trattava di un paesaggio di campagna, in cui mille e più persone erano ritratte indaffarate: chi spazzava il cortile, chi giocava nell'erba, qualcuno lavava la sua auto, altri passeggiavano ridendo e altri ancora sfrecciavano sulle piccole biciclette. Il mercato e i suoi colori, la chiesa e le campane... la Primavera era vita e la vita era stata disegnata su quel foglio. Minuzia, tecnica, completezza, soggetto e pieno rispetto delle consegne... al numero 13! Incredibile. Quando il dito della signorina Dada si fermò su quel nome, a fianco del numero 13, non riuscì ad alzare lo sguardo. Il Preside prese il foglio e rimase impietrito. Il Ranabimbo alzò lo sguardo nel sole e per la prima volta, il suo viso si raddolcì in uno splendido sorriso... in mezzo a una folla di facce inespressive e mute.

Nessun commento: