Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

Pagine

30.4.11

Il Villaggio dei Pescatori Innamorati



Il Villaggio dei Pescatori Innamorati -
Le altissime e colorate case storte
  C'era una volta un piccolo gatto color champagne, abbandondato dai suoi padroni e accudito da una famiglia di topini pescatori. Una volta divenuto più grande della sua tana, il gatto color champagne dovette lasciare la sua famiglia adottiva, così si mise in viaggio, per rincorrere il suo sogno di sempre: diventare il capitano di una grande nave. Il suo sogno, dopo molto girovagare, lo condusse fino alle spiagge di sassi di un paesino minuscolo, dove la montagna si tuffava a capofitto nel blu delle onde salate. Dopo aver percorso una lunga strada di curve anguste e continue, il gatto vide un piccolo cartello arruginito e lesse: "Villaggio dei Pescatori Innamorati". Il sogno si fece sentire forte dentro al gattino, che si convinse di essere sulla buona strada per realizzare, finalmente,  il suo desiderio, forse ancora racchiuso in un'ampolla o in un barattolo di quel piccolo paese.
Il villaggio dei Pescatori Innamorati sorge su uno scoglio, che chiude in un abbraccio il golfo della Poesia. Il villaggio è talmente lontano da tutto, che il gatto color champagne fu il primo a capitarci per caso, nessun'altro trovava la volontà di continuare quella strada così stretta e piena di tornanti.
Il gatto raggiunse finalmente il mare. Quel giorno di quell'aprile così normale, il gatto color champagne incontrò per la prima volta il mare: un profumo nell'aria, intenso e fresco, un turbinio spumeggiante di onde giocherellone e un paesaggio colorato di sole e pieno di energia frizzante. Il gatto guardò nel suo cuore e capì di essere giunto nel posto giusto, ora, avrebbe soltanto dovuto trovare la sua ampolla o il suo barattolo dei sogni. Perlustrò il paesino, ansioso di trovare ciò che cercava, perchè non avrebbe dovuto essere tanto difficile... il Villaggio dei Pescatori Innamorati era piccolissimo! Un giorno, mentre il gatto faceva questi pensieri passeggiando sul bagnasciuga, qualcosa o qualcuno piombò sulla sua testa, rovinando infine sulla spiaggia di micro-sassi colorati.
- Ciao! - disse il gatto
- SSSScussaaaaaaaaaaaaaaa! Io, io... non sssso davvero come sssssscussssarmi. - disse un gabbiano candido e grassotto.  Riprese: - Mi sssono persssso!
- Non preoccuparti, dove stavi andando?
- Io viaggio sssssecondo il vento, è lui che decide!
Il gatto lo guardò poco convinto... se era il vento a decidere... allora si era forse perduto anche il vento?! In effetti, prestando attenzione a quel pomeriggio di aprile, il vento non si sentiva e in un villaggio di mare, il che era molto strano. Parecchio strano. Questo bizzarro e inaspettato incontro sconvolse i progetti del gatto, che decise di aiutare il suo nuovo amico a ritrovare la sua rotta, ma prima di tutto la sua guida: il vento.
Gatto e gabbiano perlustrarono il porto, le barche dei pescatori, i retrobottega e persino la rimessa delle barche, dove queste se ne andavano a dormire durante la stagione fredda. Niente. Il gatto non sapeva proprio come aiutare il suo amico pennuto. I due nuovi compagni di avventure se andarono a zonzo per il Villaggio dei Pescatori Innamorati, salendo e scendendo per le minuscole scalette in pietra, scovando qualche sacco di prelibatezze per una buona merenda, curiosando nelle finestre delle vecchie case e nascondendosi dai monelli del paesino. Decisero di andare a riposare e l'indomani, svegliarsi presto, per essere agili e scattanti nella loro ricerca del vento. La notte scese dapprima sul Villaggio dei Pescatori Innamorati e quindi sulle profonde acque cobalto del mare, calmo e tranquillo. Il rumore dei ristoranti lasciò posto al silenzio buio della notte e tutti chiusero le finestre delle loro altissime e colorate case storte, per abbandonarsi a un sonno rigenerante. Quella notte, dalla barca verde del buon Duilio il pescatore, il gatto color champagne sognò di volare con il suo amico gabbiano. Dall'alto vide i tetti sgangherati delle altissime e colorate case storte e sbirciò nei comignoli per vedere se ci fosse qualcosa di gustoso da pappare. Volò sulla montagna, sul paese, sul porto e sul mare. Il mare. Al largo della costa, il profumo era ancora più intenso e il gatto lo respirò a pieni polmoni. Ad un tratto, il gabbiano prese a picchiettare il suo becco sulla testa del gatto, che gli chiese di smettere, ma quello continuò indisturbato. Poi, il gatto color champagne aprì gli occhi. L'amico pennuto lo fissava con i suoi occhietti neri, posti ai bordi del suo lungo becco color aranciata. Allora, capì che il suo volo era stato tutto un sogno, un sogno bellissimo, un... un momento. Ecco la soluzione!
Il gatto cominciò a correre, seguito dal gabbiano in volo, che faticava a stargli appresso. Corse fra i banchetti del mercato rionale, corse fra le gambe dei pescatori e superò il porto (abbandonando l'idea della sua colazione preferita: una bella sogliola fresca), corse sulle lastre grigie e quindi su per la scala grande, corse fino alla chiesina in cima allo scoglio e si fermò davanti al pesante portone che conduceva alla piccola torre campanaria, il punto più alto di tutto il Villaggio dei Pescatori Innamorati. Ecco dove si era cacciato. Il gatto color champagne ne era convinto. I suoi miagolii attirarono l'attenzione della signora gialla, la donna che vendeva le sue creazioni avvolta in un impermeabile giallo, sia che ci fosse il sole, sia che piovesse. Tutti la prendevano in giro per questo, ma il gatto trovava quella signora dolce e gentile e gli era già capitato di salire fino alla chiesina per osservarla lavorare con le conchiglie e gli altri regali portati dal mare. La signora gialla aprì il portone per il gatto, che corse su, su per il campanile e giunto sino alle campane, scovò uno sfilaccio di venticello del mattino, arrotolato sulla corda delle campane. Il gatto lo afferrò in bocca e lo condusse dal suo amico gabbiano, rimasto incantato dai lavoretti della signora gialla. Consegnato il vento all'amico, il gabbiano salutò entrambi e si alzò in un volo sublime, nel cielo fresco del mattino al mare. Il gatto, incantato dai vortici disegnati dal suo amico pennuto nell'aria, tornò con i piedi per terra e si rese conto di essere tornato solo e non aver fatto altro negli ultimi giorni, che rincorrere il sogno del gabbiano, senza più badare al proprio, che forse offeso poteva essere scappato chissà dove. Un po' amareggiato, si stava rimettendo in cammino verso il porto, quando la signora gialla lo raccolse e cominciò ad accarezzarlo, cullandolo dolcemente. Il gatto si consolò con quelle coccole inaspettate e così amorevoli e facendo le fusa, si addormentò in grembo alla signora gialla, o meglio, nel suo impermeabile giallo che puzzava di gomma. Al suo risveglio, il gatto si sentì spesato e aperti gli occhi non potè credere a ciò che vide: una spaziosa e organizzata cabina, piena di scaffali in cui erano riposte con cura mille e più mappe di navigazione, stampe di paesi lontani e altri strumenti per la navigazione. Ancora disorientato, si accorse di essersi addormentato in un lettone soffice e comodo, anche se qualcosa era rimasto sotto alla sua pancia per tutto il suo sonno. Cercando fra le lenzuola, trovò una piccola ampolla aperta, ricoperta da bellissime conchiglie e sassi azzurri. Tutto fu più chiaro: la signora gialla era la sua fata buona, che con pazienza aveva custodito il suo prezioso sogno. Il gatto comprese che avendo aiutato un amico a rincorrere il suo sogno, si era guadagnato la possibilità di ricevere il proprio in dono, dopo tanti e tanti anni di attesa. Mentre il suo cuore si riempiva di gioia, il mozzo bussò alla porta della sua cabina:
- Capitano! Le sue sogliole con latte. Buon appettito Capitano!

In ricordo di Gaudì, il mio bellissimo gatto color champagne.

Nessun commento: