Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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3.4.11

Cheng e l'uomo bianco

Cheng era un frutto paffutello e pelosetto. Rispetto agli amici era un po' al di sotto della misura media, ma fu sempre convinto che a lui sarebbe stato riservato un grande destino. L'aveva sempre saputo, persino da quando mamma pianta aveva cominciato a germogliare il suo fiorellino candido, dai petali morbidi e ben arrotondati. Ovviamente, gli amici più grandi e grossi avevano un bel da fare prendendolo in giro, scherzando che sarebbe diventato famoso per essere il kiwi più piccolo della storia.
Il sole fece il suo giro, l'estate giunse nel Giardino delle Primizie e i raggi caldi e generosi di Luglio cominciarono a far crescere i frutti acerbi come Cheng e i suoi fratelli. La loro polpa succosa si faceva, giorno dopo giorno, sempre più gustosa e tenera. La pioggerella serale rinfrescava le foglie e dava nuovo nutrimento a quei frutti così misteriosi. Anche Cheng crebbe e raggiunse una misura perfetta, tanto che tutti i fratelli lo ammiravano, provando un pizzico di invidia.
Un giorno, nel Giardino delle Primizie del signor Hui, entrò un uomo vestito tutto di bianco, con un grande cappello in testa e dei guanti in pelle sottilissima. L'uomo, accompagnato dal minuscolo signor Hui, procedeva incantato fra le piante e i fiori del Giardino delle Primizie e quando giunse al cospetto della mamma pianta di Cheng, si fermò. L'uomo bianco osservò con cura il pergolato; passò in rassegna tutte le foglie e accarezzò delicatamente uno dei frutti: era Cheng. L'uomo bianco si voltò verso il signor Hui, che acconsentì silenziosamente. L'uomo bianco estrasse quindi un aggeggio sconosciuto dalla sua bisaccia e subito dopo, un lampo di luce accecò il signor Hui e illuminò tutta la mamma pianta e i suoi frutti. Poi, l'uomo bianco prese un piccolo coltello dalla tasca dei suoi calzoni bianchi in lino e si avvicinò a Cheng. Con delicatezza, staccò il frutto rigoglioso dalla sua mamma pianta, ne incise la buccia pelosa e quindi la polpa, di un verde smeraldo brillante tempestata di piccoli semi neri, simili a raggi in un kaleidoscopio. Una volta assoporato quel gusto così intenso, l'uomo bianco sorrise trionfale. La dolcezza asprognola di quel frutto gli avrebbe garantito un'immensa fortuna. L'uomo bianco chiese al signor Hui di poter prelevare un campione di frutti, che studiò a lungo nel suo laboratorio, molto lontano dal Giardino delle Primizie.
Da allora, l'immagine di Cheng fece il giro del mondo, diffondendo ovunque la fama del suo gusto e le proprietà nutritive della sua polpa. Un concentrato di energia verde, che ancora oggi deve la sua fortuna al piccolo e paffuto Cheng.

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