Scrivere è sempre nascondere qualcosa, in modo che poi venga scoperto.

- Italo Calvino -

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22.4.11

Lotto il Leprotto e le uova di cioccolata

C'era una volta, nel bosco dei millecentocinquanta faggi, una bellissima radura, dove l'erbetta risplendeva ai raggi del tiepido sole di montagna.
Lotto il leprotto viveva nella radura con la sua famiglia: mamma Spring, papà Oster e sua sorella Lotta la leprotta.
Lotto il leprotto era molto curioso e amava avventurarsi in ogni anfratto del bosco dei millecentocinquanta faggi, per scoprire nuovi ruscelli, rincorrere le signore lucertole e scovare qualche creatura magica...
Un limpido e tiepido mattino del mese dei fiorellini, Lotto il leprotto scalpitava per uscire e correre nel bosco. La mamma frenò la sua impazienza e lo obbligò a rifare il suo giaciglio, a lavarsi il musino e a prendere il suo frullato di carote: senza colazione non avrebbe affrontato nessuna avventura! In tutta fretta Lotto sbrigò le faccende e proprio mentre stava mettendo la sua zampetta sullo zerbino della tana, la mamma lo bloccò di nuovo:
- Oggi verrà con te anche tua sorella Lotta.
Non ci fu neanche il tempo di un "ma" che Lotta era già al suo fianco, con un sorriso grande sul musino! I due fratellini partirono, uno al fianco dell'altra, che per l'estrema gioia seguitava a saltellare come una ranocchia! Lotto, invece, sboffonchiava come una piccola locomotiva a vapore, infastidito com'era dalla presenza della sorellina! Si avviarono per il sentiero vecchio, in modo da raggiungere più in fretta i confini del bosco, Lotto voleva andare a curiosare in un posticino visto nella sua ultima scampagnata. Le creature magiche, che viveano ai confini con il bosco dei millecentocinquanta faggi, riuscivano a creare luoghi stupendi, in cui tutti i desideri di un giovane leprotto avrebbero potuto avverarsi. Lotta, che a malapena riusciva a star dietro al fratellino, sgranò i suoi grandi occhi scuri alla vista di quel luogo così pieno di delizie. Lotto sorrise sotto i baffi e si appallottolò per controllare i movimenti delle creature magiche: tutto taceva. Poi, ad un tratto, qualcuno uscì da una porta in legno, portando un bel cestino in vimini, aprì lo steccato di cinta e cominciò a raccogliere quei frutti così squisiti: un pomodoro rosso brillante, una lunga carotona, delle foglie di misticanza, una bella melanzana lucida e qualche cipollotto. Così come era venuta quella strana figura, se ne andò, sotto gli occhi vigili dei due leprotti.
- Ok, adesso tu te ne stai qui buona, mentre io faccio un giretto laggiù e poi...
- Neanche a pensarci, io vengo con te, voglio anch'io la mia carota e voglio assaggiare quelle foglioline tenere di spinaci!
- Lepre impertinente, ti ho detto di stare qui! Non vedi che creature strane ci sono?? Potrebbero farci del male! Lotta!! Lotta!! Torna indietro!
Ma Lotta era ormai già oltre lo steccato, in mezzo alle primizie di quell'orto curato e generoso. Lotto stava per raggiungerla, quando un'altra figura fece capolino dalla stessa porta e vedendo Lotta, raccolse un sacco da una cesta e lo gettò sulla povera sorellina! Il cucciolo di umano prese il sacco e corse dentro alla sua tana, urlando e ridendo, mentre Lotto ancora stupito, perse una grossa e pesante lacrima, che gli bagnò il musino. Che cosa poteva fare?? Lotta era la sua sorellina capricciosa, ma gli voleva un gran bene!! Non avrebbe potuto lasciarla a quelle creature! Forse gli avrebbero fatto un incantesimo!
Questi pensieri lo fecero rabbrividire, ma Lotto il leprotto non si diede per vinto, così  una piccola idea spuntò nella sua testa e convinse il leprotto a darsi subito da fare. Poco distante, viveva un'amica di Lotto, anch'essa una creatura magica, ma diversa da quelle che custodivano l'orto e che avevano rapito Lotta. Raggiunta la grotta dell'amica, Lotto entrò di corsa e senza prendere fiato raccontò a Primavera tutto l'accaduto. La fata, accarezzando l'amico peloso, lo tranquillizzò e gli regalò un cestino giallo, pieno di bellissime uova colorate, decorate con fiori e farfalle e gli suggerì di donarle al bambino che aveva rapito la sua sorellina. Lotto ringraziò Primavera, prese il cestino e si allontanò dalla fata e dalla sua grotta.

Si era già fatto buio, ma Lotto sapeva di non non poter rincasare senza Lotta, così, quando vide che la finestrella della cameretta del bimbo si illuminò, decise di agire. Con quattro agili balzi, raggiunse l'uscio e cercò di richiamare il bambino picchiettando il cestino sul vetro. Mentre osservava all'interno, vide Lotta rinchiusa in una gabbia, con una grande ciotola piena di carote... forse non se la passava tanto male! Poi, un altro cucciolo di umano notò Lotto alla finestra e corse ad aprire il vetro. Era una femmina cucciola e quando vide il leprotto con il cestino, comprese subito che cosa stesse succedendo. Chiamò l'altro cucciolo, che senza esitare, prese Lotta dalla gabbia e la pose vicino a Lotto. I due leprotti si strofinarono i nasi felici e Lotto non dimenticò di offrire ai bambini il suo dono. I fratellini sorrisero e riempirono di carezze i due leprotti a cui regalarono i pezzetti di carota preparati nella gabbia, raccogliendoli in un piccolo sacchetto, che legarono al collo di Lotto.


Stampami e colorami!
 Da quel giorno, ogni anno, i leprotti giovani del bosco dei millecentocinquanta faggi corrono nel buio della notte, portando le uova colorate a tutti i cuccioli di umano, come segno di riconoscenza per la loro amicizia dimostrata con i fratellini Lotto e Lotta. Il giorno seguente, i cuccioli di umano scendono nei loro giardini, per trovare tutte le uova lasciate dai piccoli leprotti, gustandole insieme alle loro famiglie!


2 commenti:

eli ha detto...

Ciao contraccambio volentieri la visita.
Carina la storia dei leprottini!
Buona Pasqua

Unknown ha detto...

Grazie Ely!!
Consiglio a tutti di passare a casa di Ely: le sue ricette sono deliziose!

Tanti auguri per una Pasqua serena!